Vai al contenuto

Manovra pensioni, caos totale: lavori sospesi e maggioranza spaccata

18/12/2025 20:24 - Aggiornamento 18/12/2025 20:50

C’è un momento preciso in cui la Manovra 2026 sulle pensioni smette di essere una questione tecnica e diventa una vera e propria crisi politica. Quel momento arriva nel tardo pomeriggio del 18 dicembre, quando i lavori della Commissione Bilancio del Senato vengono improvvisamente sospesi. Il motivo è uno scontro frontale all’interno della maggioranza sul maxi-emendamento che interviene sul sistema previdenziale.

La parola chiave è una sola: pensioni. E attorno a questa parola si concentra una tensione che mette in difficoltà il governo Meloni, spacca la maggioranza e accende l’attacco durissimo delle opposizioni.

Leggi anche: Età pensionabile, nuova mazzata: si lavora di più e si va in pensione sempre dopo

Manovra pensioni, seduta sospesa: cosa è successo davvero

Non appena il governo annuncia l’arrivo del testo del maxi-emendamento in Commissione, i senatori della Lega chiedono lo stop immediato dei lavori. La richiesta è chiara: sospendere la seduta per un confronto diretto con l’esecutivo.

I lavori vengono quindi interrotti alle 18:59. Un fatto raro, soprattutto su un provvedimento cruciale come la Manovra, e che segnala una frattura evidente all’interno della stessa maggioranza.

Il nodo centrale: pensione anticipata e riscatto della laurea

Il cuore dello scontro riguarda due elementi chiave della riforma previdenziale inserita nella Manovra 2026:

– l’allungamento delle finestre mobili per la pensione anticipata
– la riduzione del valore del riscatto della laurea ai fini dell’uscita dal lavoro

Secondo il testo originario del maxi-emendamento, queste misure avrebbero prodotto un risparmio stimato in circa 2 miliardi di euro a regime entro il 2035, ma al prezzo di un significativo slittamento dell’età effettiva di pensionamento.

Anno di maturazione Requisito base
(attesa di vita)
Riscatto laurea
non utile art. 33
maxiemendamento
Aumento Finestra
Art.33 maxiemendamento
Requisito effettivo complessivo
con riscatto laurea
con finestra
2026 42a 10m 3m 43a 1m
2027 42a 11m 3m 43a 2m
2028 43a 1m 3m 43a 4m
2029–2030 43a 3m 3m 43a 6m
2031 43a 5m +6m 3m 44a 2m
2032 43a 5m +12m 4m 44a 9m
2033 43a 6m +18m 4m 45a 4m
2034 43a 6m +24m 5m 45a 11m
2035–2036 43a 8m +30m 6m 46a 8m
Dal 2037 43a 9m +30m 6m 46a 9m

Giorgetti prova a rassicurare: “Non aumentiamo i requisiti”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti interviene più volte nel corso della giornata per contenere la tensione.

Non è nostra intenzione aumentare i requisiti pensionistici”, dichiara, spiegando che le modifiche servono a garantire la sostenibilità del sistema nel lungo periodo.

Giorgetti precisa inoltre che:

– sono stati salvati i diritti acquisiti
– chi ha già riscattato la laurea o ha iniziato a pagare non verrà penalizzato

Ma la rassicurazione non basta a ricucire lo strappo politico.

La Lega frena: “Chiediamo una riformulazione”

Il senatore leghista Claudio Borghi prende pubblicamente le distanze dal testo.

Non c’è la questione delle finestre, ma chiediamo una riformulazione”, afferma, sottolineando il rischio di messaggi ambigui agli elettori e ai lavoratori.

È il segnale più chiaro di una tensione interna: la Lega chiede di fermare tutto per rivedere le norme sulle pensioni, nonostante il tempo stringa.

Schlein all’attacco: “Meloni campionessa di incoerenza”

Durissimo l’intervento della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.

Secondo Schlein, la Manovra pensioni rappresenta un tradimento delle promesse elettorali:

Promettevano di abolire la Fornero, promettevano di abbassare l’età pensionabile. Stanno facendo l’opposto”.

La segretaria dem accusa il governo di aver:

– cancellato Opzione Donna
– aumentato l’età pensionabile di fatto
– promesso pensioni minime a mille euro, poi aumentate solo di pochi euro

Il Pd: “Maggioranza a pezzi”

Anche il gruppo parlamentare del Pd parla apertamente di crisi.

Se questa non è una crisi, ci spieghino cos’è”, dichiara Ubaldo Pagano, denunciando una Manovra riscritta a colpi di bilaterali tra governo e singoli partiti di maggioranza.

Secondo il Pd, il fallimento politico emerge soprattutto sulle pensioni, dove le promesse di superamento della Fornero si trasformano in nuove rigidità.

Salta la stretta sul riscatto della laurea, ma resta il problema

Sotto la pressione politica, il governo è costretto a fare un passo indietro: viene tolta la retroattività sulla stretta del riscatto della laurea.

Ma il nodo non è risolto.

Per il futuro, come chiarito da Giorgetti, il riscatto della laurea continuerà a:

– aumentare l’importo dell’assegno
– non incidere più sulla data di pensionamento

Una svolta che cambia completamente la logica dello strumento.

Come cambiano le finestre per la pensione anticipata

Anno maturazione requisiti Finestra di attesa
Fino al 2031 3 mesi
2032 – 2033 4 mesi
2034 5 mesi
Dal 2035 6 mesi

Questo significa che, anche a parità di contributi, l’uscita effettiva dal lavoro viene progressivamente posticipata.

I calcoli Cgil: lavorare fino a quasi 47 anni di contributi

Secondo le simulazioni diffuse dalla Cgil, il combinato disposto tra:

– minor valore del riscatto della laurea
– finestre mobili più lunghe

potrebbe portare alcuni lavoratori a dover restare al lavoro fino a 46 anni e 9 mesi di contributi nel prossimo decennio.

Perché la Manovra pensioni è diventata un caso politico

Il punto non è solo tecnico. La Manovra 2026 tocca un nervo scoperto della politica italiana: il futuro previdenziale di milioni di lavoratori.

Promesse di abolizione della Fornero, pensioni anticipate più accessibili e minime più alte si scontrano ora con vincoli di bilancio e scelte che vanno in direzione opposta.

Cosa succede adesso

I lavori in Commissione sono ripresi solo in serata, ma il clima resta tesissimo. Il testo è ancora oggetto di modifiche e nulla può dirsi definitivo fino al voto finale.

Una cosa però è chiara: la manovra pensioni non è più solo una riforma economica. È diventata il simbolo delle contraddizioni politiche della maggioranza.

Il punto finale

La Manovra 2026 sulle pensioni nasce per garantire la sostenibilità del sistema, ma rischia di lasciare dietro di sé una lunga scia di scontento politico e sociale.

Mentre la maggioranza litiga e l’opposizione attacca, milioni di lavoratori guardano al futuro con una certezza in meno: andare in pensione sarà sempre più difficile.

Continua a leggere su UrbanPost