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“Maradona? Un violentatore”: la calciatrice si oppone al minuto di silenzio

30/11/2020 12:59 - Aggiornamento 30/11/2020 13:59

“Maradona era un violentatore”. Si chiama Paula Dapena la giocatrice di calcio spagnola che nella domenica sportiva di ieri, in campo con la sua squadra, si è opposta al minuto di silenzio per il mito del calcio deceduto la scorsa settimana. La spiegazione la fornisce la calciatrice stessa, che da molto tempo è impegnata nella lotta femminista.

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maradona violentatore

Il minuto di silenzio prima dell’amichevole

Ieri, 29 novembre, si è svolta a La Coruña un’amichevole di calcio femminile, tra il Deportivo Abanca e il Viajes Interrias FF. Paula Dapena, 24 anni, calciatrice del Viajes, mentre le sue compagne e la squadra avversaria celebravano Diego Maradona con un minuto di silenzio, si è seduta a gambe incrociate e ha voltato le spalle alla tribuna. Così la calciatrice ha reagito alla decisione delle due società, presa all’ultimo minuto per onorare el Pibe de Oro. “Ho detto che mi sono rifiutata di mantenere quel minuto di silenzio per una persona che definisco stupratore, pedofilo, un putt*niere e molestatore e ho deciso di sedermi sul campo voltando le spalle. Ecco perché l’ho fatto”, spiega Paula. “Lo avevo già detto alle mie compagne nel tunnel, come mi sarei comportata in campo. Quando l’ho spiegato al mio allenatore all’intervallo, ha capito e ha sostenuto le mie motivazioni“, spiega Paula Dapena a Pontevedra Viva.

Dapena: “Niente minuto di silenzio per un violentatore come Maradona”

Paula sostiene da tempo lotte per la parità di genere e per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il suo gesto, dunque, è forse in parte anche una provocazione che possa riportare l’attenzione su un problema mai pienamente discusso fino in fondo: la violenza sulle donne. “Pochi giorni fa c’è stata la Giornata contro la violenza sulle donne e non c’è stato nessun gesto del genere. Se non è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime, non sono disposta a farlo io per un violentatore”, ha detto Paula Dapena alla testata spagnola Pontevedra Viva. Per essere un giocatore devi essere una persona e avere dei valori al di là delle capacità tecniche e spettacolari come quelle che aveva. Sia che abbia segnato gol o vinto una Coppa del Mondo, la sua storia di abusi non può essere dimenticata”.

Il gesto della calciatrice, piuttosto eclatante, ha fatto il giro dei social e delle testate di tutto il mondo, provocando reazioni contrastanti. Ancora una volta, il dibattito si concentra sullo stesso nodo, ovvero se si debba considerare l’uomo o il calciatore. >> Tutte le news 

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