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Marco Vannini morte, dopo lo sparo un’altra verità: «Avevano deciso che doveva morire»

23/05/2020 19:11 - Aggiornamento 24/05/2020 19:11

Marco Vannini morte: nuovo processo ai Ciontoli, la Corte d’Assise d’appello il prossimo 8 luglio 2020 ripartirà dalle parole della Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza di secondo grado. Sarà contestato a tutti gli imputati l’omicidio volontario, tutto è quindi da rifare.

Marco Vannini morte

Marco Vannini, dopo lo sparo un’altra verità: il racconto della madre

La “condotta omissiva di tutti gli imputati” di cui i giudici della Suprema Corte si sono detti certi, sarà alla base del nuovo dibattimento in aula. A non avere mai preso per buona la ‘versione ufficiale’ dei fatti fornita da Antonio Ciontoli in aula, sostenuto dai suoi familiari anch’essi imputati, i genitori di Marco Vannini. Solo menzogne, per la coppia, quelle dichiarate a processo. Prima fra tutte quella secondo la quale Marco avrebbe fatto entrare in bagno il padre della fidanzata, mostrandosi a lui nudo mentre si lavava. Eppure è quello che Antonio Ciontoli dichiarò a processo e che venne preso per buono dai giudici di primo e secondo grado.

Marco Vannini morte parla la madre

Ma una madre conosce meglio di chiunque le abitudini del proprio figlio. Mamma Marina conosceva bene il suo Marco, e a tal riguardo ha dichiarato in una recente intervista al settimanale Giallo: “Marco non avrebbe mai consentito a nessuno di entrare in bagno mentre era nudo. Non lo concedeva neppure a noi che eravamo suoi genitori. Dietro questa storiella che i Ciontoli ripetono come un mantra si nasconde un’altra verità: mio figlio dopo essere stato ferito, è stato portato in bagno, nella vasca, e lavato per togliere tutte le tracce di quello che era realmente successo… Anche la casa è stata ripulita per evitare che le loro bugie potessero essere smascherate”. 

“Avevano deciso che Marco doveva morire”

“Lo hanno ammazzato e mi sono venuti a raccontare una storia che non è vera […] Purtroppo non saprò mai quello che avvenne davvero in quella casa, né saprò mai perché spararono a mio figlio, né chi di loro fece fuoco. So, però, quello che è accaduto dopo”. “Mio figlio è rimasto ferito senza che nessuno avvertisse i soccorsi per 110 minuti …”, ha detto la donna nell’intervista al settimanale Giallo. “Avevano deciso che Marco doveva morire. Anche perché se fosse rimasto in vita avrebbe raccontato la verità”. La parola adesso passa alla Corte d’Appello. Potrebbe interessarti anche —> Ciontoli nuovo processo, Meluzzi: «Viola Giorgini possibile anello debole del sistema di menzogna»