Omicidio Marco Vannini, assolta la pm Alessandra D’Amore che aveva condotto le indagini sulla morte del bagnino di Cerveteri. Il pubblico ministero era finito sotto accusa dopo che il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ipotizzando una possibile negligenza aveva disposto una azione disciplinare nei suoi confronti.
Assolta la pm D’Amore: indagò sul caso Vannini in maniera approfondita e completa
Il Ministro aveva chiesto che si accertasse se la stessa avesse agito in maniera irreprensibile nello svolgimento delle indagini preliminari. Ebbene, questo l’esito degli accertamenti condotti sul suo operato: «Nessun elemento contro Federico Ciontoli». Confutata anche la contestazione sul mancato sequestro della villa dei Ciontoli a Ladispoli in cui Marco Vannini fu ferito con un colpo di arma da fuoco. Porre l’abitazione sotto sequestro sarebbe stato «Superfluo perché non disposto provvisoriamente e immediatamente dalla polizia giudiziaria».
Non esistono ricostruzioni alternative ai fatti: a sparare è stato Antonio Ciontoli
Il Csm parla infatti di indagini «approfondite e complete» condotte dalla pm D’Amore. Inoltre nelle motivazioni con cui i magistrati hanno archiviato la posizione della pm si bocciano possibili «ricostruzioni alternative dei fatti». Il Corriere.it riporta testualmente le parole del relatore del Csm Giuseppe Cascini: «Non risultano possibili, anche all’esito dei processi di primo e secondo grado, ricostruzioni alternative dei fatti che avrebbero potuto rendere necessaria l’apposizione di tale vincolo (il sequestro della villetta teatro del delitto ndr). In particolare non è stato rinvenuto alcun dato, seppure minimo, idoneo a suffragare l’ipotesi prospettata da alcuni che a sparare fosse stato Federico Ciontoli e non suo padre Antonio, nell’ambito di un litigio».
A pochi giorni dalla ripresa del processo d’Appello bis (udienza fissata per il 9 settembre 2020) a tutta la famiglia Ciontoli, esce quindi di scena una delle ipotesi paventate in questi anni ma sempre rimasta fuori dalle aule di giustizia. Quella, cioè, che a premere il grilletto possa essere stato Federico Ciontoli e non suo padre Antonio. Siffatta tesi, infatti, sarebbe priva di riscontri oggettivi. Il Csm ha smantellato punto per punto le contestazioni fatte alla D’Amore.