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Martina e la lotta contro il cancro ai tempi del Covid

07/11/2020 15:23

La lotta di Martina contro il cancro e l’appello sui social: “Dobbiamo aiutarci”. Martina Luoni è una ragazza lombarda di 26 anni. Ieri, 6 novembre, Martina ha pubblicato un video su Instagram per raccontare la sua storia e per dare a voce a tanti malati oncologici che, come lei, vedono ridurre la loro prospettiva di vita a causa del Covid. Il desiderio della ventiseienne è che il video raggiunga quante più persone possibili, e che il trattamento dei malati oncologici non sia trascurato in tempo di Covid. “Con questo video vorrei riuscire a dare voce a chi come me si trova ogni giorno a combattere per la propria vita e non si può permettere di essere rimandato perché il sistema sanitario è al collasso e le attività chirurgiche non possono essere sospese!”, scrive Martina nel suo post.

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Martina lotta contro il cancro

Martina e la sua lotta contro il cancro

Tre anni fa, quando aveva 23 anni, a Martina era stato diagnosticato un cancro al colon metastatico che raggiungeva anche il fegato. Dopo molti trattamenti, era stata giudicata guarita. Ma sfortunatamente, nel dicembre 2019, i controlli avevano rilevato che il cancro aveva ripreso a lavorare. Da quel momento, è iniziato il “calvario”, come Martina stessa definisce la sua esperienza. Infatti, era proprio a marzo 2020 che doveva iniziare esami, visite e trattamenti per la cura del suo cancro. Da marzo in poi, Martina ne ha visti di ospedali. Sempre sola, però, poiché i genitori non l’hanno potuta accompagnare a nessuna delle visite specialistiche, come raccomanda il protocollo Covid.

Prima di iniziare la terapia radio e chemio, Martina si era rivolta all’ospedale San Raffele per la conservazione ovarica. Peccato che, a due ore dalla visita fissata con anticipo, l’ospedale l’abbia chiamata per avvisarla che gli ambulatori erano chiusi causa Covid. “Mi hanno tolto l’opportunità di conservare i miei ovuli”, racconta Martina. Accantonata la possibilità di poter conservare i propri ovuli, Martina ha affrontato le terapie che, per fortuna, hanno avuto successo, riducendo la forza del tumore. Dalle visite delle ultime settimane, la ragazza riceve una buona notizia, una speranza per il proprio futuro. Infatti, se prima le era sempre stato detto che non era indicato operare per asportare il cancro, dagli ultimi rilievi sembra che potrebbe essercene la possibilità. Lo scorso mercoledì, Martina esegue il pre-ricovero e consegna gli ultimi esami che permetteranno ai medici di confermare o meno l’operazione. E’ in questo momento che Martina viene informata del fatto che l’attività chirurgica è annullata, pertanto non potrà sottoporsi all’operazione che potrebbe salvarle la vita.

martina cancro

L’appello di Martina: “Dobbiamo aiutarci”

Nonostante la situazione sanitaria sia già ben nota, l’appello di Martina è una testimonianza accorata che ci fa capire quello che deve affrontare un malato oncologico in questo periodo. Martina denuncia la superficialità di molte persone, spesso giovani, che prendono sotto gamba il virus perché pensano che non ne potranno essere toccati. Ma il Covid è un problema per tutti quanti, soprattutto perché costringe il sistema sanitario a concentrare le proprie forze sui malati Covid. “Dobbiamo aiutarci tutti, dobbiamo aiutarci con i distanziamenti, con le mascherine, dobbiamo rispettare le regole perché gli ospedali sono al collasso”, e lo dice lei che di ospedali lombardi ne ha visti.

“Io non so se la mia operazione si potrà fare o meno, ma vi chiedo di condividere questo video, che vuole essere una denuncia”. Contro chi, non lo sa neanche lei, perché la situazione è talmente complicata che è difficile individuare un colpevole. Una denuncia contro il governo? Contro Fontana? Martina è pienamente consapevole di quanto sia difficile prendere decisioni in questo momento, ma sa non è la scelta giusta annullare l’attività chirurgica. “Si parla di dover scegliere quali pazienti mettere in terapia intensiva e quali no”, dice Martina, “ma togliere l’opportunità ai malati di cancro di sottoporsi a un’operazione salvavita non è già una scelta, perché la priorità è l’emergenza e non i singoli casi?”. >> Tutte le news di UrbanPost