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Massimo Galli, Coronavirus focolai sotto la cenere: «C’è il pericolo dei superdiffusori»

08/07/2020 09:12 - Aggiornamento 08/07/2020 09:13

«La genesi di alcuni focolai dice che ci sono stati problemi legati a qualcuno in grado di diffondere parecchio virus. Il problema dei super-diffusori è un cardine nella situazione epidemiologica. I superdiffusori ancora esistono. Non bisogna lasciar covare l’infezione sotto la cenere. È probabile che qualcosa di questo genere sia avvenuto a Bologna e a Mondragone. Questa realtà esiste e può creare problemi». Così Massimo Galli, responsabile del reparto di Infettivologia dell’ospedale Sacco, in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, in collegamento a #Cartabianca su Rai Tre con Bianca Berlinguer nel corso dell’ultima puntata.

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Massimo Galli

Massimo Galli, Coronavirus focolai sotto la cenere: «C’è il pericolo dei superdiffusori»

«Era abbastanza prevedibile che avremmo avuto focolai dispersi. In Lombardia, quando si fanno i conti con i nuovi casi, a questo punto è difficile pensare che si tratti di casi vecchi venuti oggi al pettine. Per le prime settimane dalla fine del lockdown questa situazione aveva una logica. Ora siamo di fronte probabilmente a qualche caso nuovo che meriterebbe di essere valutato, identificato e esaminato anche dal punto di vista dei contatti e dell’ulteriore diffusione», ha insistito l’esperto, che invita a mantenere alta la guardia. Dello stesso avviso il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: «È normale che ci siano dei focolai, ce lo aspettavamo: bisogna scovarli, contenerli e spegnerli. Bisogna individuali e controllare anche i contagi che arrivano dall’estero. Infatti sono stati bloccati i voli dal Bangladesh».

Massimo Galli

«Questo virus è in grado di girare per il pianeta e tornarci addosso quando gli pare»

Il professor Massimo Galli in collegamento a #Cartabianca si è detto parecchio preoccupato: «Questo virus è in grado di girare per il pianeta e tornarci addosso quando gli pare. Da mesi mi spacco la testa per capire cosa potrebbe succedere, ho cercato di non fare mai l’indovino e di basarmi sui numeri. Mi sento di dire che non è certo che qualcosa debba accadere per forza in autunno. Questa non è una malattia come l’influenza, si diffonde in maniera diversa. Meno del 10% delle persone infettate sono responsabili di oltre l’80% delle nuove infezioni». E tornando sul problema dei nuovi focolai e del rischio di una seconda ondata il responsabile di Infettivologia del Sacco ha detto: «C’è un fattore di dispersione totalmente diverso rispetto all’influenza. Se mi becco l’influenza, è probabile che la trasmetta a qualcuno. Qui, abbiamo una minoranza di persone responsabili della maggioranza delle infezioni. E molte di queste persone sono asintomatiche. Questo virus è in grado di girare per il pianeta e tornarci addosso quando gli pare. Con che forza, non lo sappiamo», ha concluso il professore.

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