Morte Mattia Mingarelli: la sorella Elisa dice a Chi l’ha visto? che non è possibile cadere e morire in un luogo non pericoloso come quello in cui fu rinvenuto Mattia. Ed è poco plausibile che si fosse avventurato al buio, da solo, in quel sentiero di montagna. A oltre due anni dai fatti, le indagini vanno verso l’archiviazione ma sono ancora diversi i punti oscuri di questa vicenda.
La famiglia Mingarelli non crede all’ipotesi dell’incidente
Il trentenne comasco, laureato in Economia e commercio, amava profondamente il suo lavoro di agente di commercio nel settore delle bevande. Mattia sparì il 2 dicembre di oltre due anni fa e il corpo senza vita fu trovato nel bosco, due settimane dopo la sua scomparsa. Il 30enne aveva la passione per il vino e, racconta la sorella a Chi l’ha visto?, aveva iniziato la scuola per diventare sommelier. Il suo sogno era quello di “piantare una vigna in Sicilia e produrre lì il suo vino. L’obiettivo era fare il vino più buono della Sicilia …”. Un obiettivo molto ambizioso, proprio di chi affronta la vita con determinazione e ottimismo.
Mattia Mingarelli trovato morto con due fratture alla testa
Mattia aveva due fratture alla testa quando è stato ritrovato cadavere. Una sopra un occhio e l’altra sulla nuca. Per la procura di Sondrio che ha condotto le indagini, si è trattato di una caduta accidentale. Ma cosa ci faceva lì solo, al buio di notte, Mattia Mingarelli? Cosa gli è successo? Era venerdì, 2 dicembre 2018, e Mattia partì in auto con il suo cane Dante verso Chiesa in Valmalengo (Sondrio), dove con la sua famiglia tutti gli anni affittava una casa, nella frazione Barchi. A un passo dalle piste da sci, che amava frequentare. Arrivò a destinazione, sistemò le sue cose e andò a pranzo nel ristorante vicino. Fece sapere alla titolare che sarebbe tornato anche in serata per cena. In realtà all’appuntamento non si presentò perché quella sera scomparve misteriosamente.
Il racconto del testimone che per ultimo parlò con Mattia
Di sicuro sappiamo che dopo pranzo portò la macchina nel paesino sotto, perché le previsioni annunciavano nevicate. Quindi risalì a piedi ai Barchi, e passò davanti al “Ristoro Barchi”, dove incontrò il gestore. Giorgio Del Zoppo, intervistato all’epoca dei fatti dall’inviato di Chi l’ha visto?, confermò l’episodio. Disse che Mattia quel pomeriggio era passato a chiedergli se aveva una stanza da affittare a degli amici per i giorni di Capodanno. Dopo, Mattia andò a fare un giro a piedi nei sentieri di montagna insieme al suo Dante; gli scattò una foto e la condivise su Instagram. Intorno alle 16:30 rientrò a casa passando di nuovo di fronte al Rifugio Barchi. Lì incontrò ancora Giorgio che lo invitò a bere: “Quando è tornato la seconda volta abbiamo fatto un aperitivo. Abbiamo bevuto un paio di calici di vino, e mangiato un tagliere di crudo e verso le 19:30 è andato via …”.
Da quel momento Mattia scomparve. Nessuno lo vide e lo sentì più. Il suo cane vagò da solo per tutta la notte. La mattina dell’8 dicembre, Del Zoppo trovò il cellulare di Mattia a terra, in mezzo alla neve, davanti al Rifugio. Si accorse che il padre di Mattia aveva provato invano a contattarlo e così fu lui a telefonargli per informarlo del ritrovamento del telefonino. Inoltre sul terrazzo, accanto al tavolo, Giorgio Del Zoppo notò del vomito. A quel punto le ricerche scattarono immediatamente e proseguirono per giorni. Decine di uomini scandagliarono tutta la zona circostante coadiuvate da cani, elicotteri e motoslitte, ma di Mattia non venne trovata traccia alcuna.
Molti punti oscuri avvolgono ancora la morte di Mattia
Furono poi due passanti, il 24 dicembre, a trovare il corpo senza vita di Mattia poco distante da una pista da sci. Un’area pianeggiante, dove il corpo del giovane giaceva supino e composto. Ma con due importanti traumi alla testa. Una delle sue scarpe si trovava una trentina di metri più su, con la punta rivolta verso la salita. Cosa è successo a Mattia? Faceva molto freddo e si è sentito male, per questo motivo ha vomitato? Perse il telefono, vagò per la montagna ad appena 150 metri da casa sua, perché? “Io credo che qualcuno sappia qualcosa … magari non quello che è successo, ma qualche piccolo dato in più che invece può aiutare a darci una spiegazione più ‘vera’ di quello che è successo”. Queste le parole della sorella che, come i suoi familiari, non crede affatto alla caduta accidentale quale causa di morte di Mattia. “Non è assolutamente credibile per noi … quando non hai altri dati è un modo veloce per dire ‘archiviamo’ …”.
La famiglia Mingarelli si oppone all’archiviazione
È fissata per mercoledì 27 gennaio 2021, in Tribunale a Sondrio, l’udienza davanti al Gip che dovrà pronunciarsi in merito alla richiesta di archiviazione fatta dalla Procura di Sondrio, contro la quale la famiglia Mingarelli si è opposta. Potrebbe interessarti anche —> Morte Mattia Mingarelli, famiglia contraria all’archiviazione: traccia di sangue nel rifugio dove fu visto per l’ultima volta