Vai al contenuto

Il Covid ha ucciso 216 medici, l’Ordine a Speranza: “Fermare strage innocenti”

24/11/2020 14:53 - Aggiornamento 24/11/2020 17:36

Medici morti per il Covid. “E’ ricominciata la strage degli innocenti e, anche questa volta, è la medicina generale a pagare il prezzo più alto”. A parlare è Filippo Anelli, presidente Fnomceo, la Federazione nazionale Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri. Anelli ha annunciato l’invio di una lettera al ministro della Salute Speranza. Denuncia l’assenza di provvedimenti seri per la tutela della vita di chi lotta in prima linea contro la pandemia.

>> Napoli, infermiere in pensione ritorna al lavoro e muore di Covid: «È caduto da eroe vero»

Medici morti per il Covid. Da inizio pandemia sono 216 medici morti per Covid-19, 37 nella seconda ondata, a partire dal 1° ottobre. Di questi ultimi, “18 erano medici di medicina generale o pediatri. E la crescita è esponenziale: negli ultimi 10 giorni abbiamo registrato 27 decessi: una media di quasi 3 al giorno”. A fare i conti è la Federazione nazionale Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri, che invita a “fermare la strage degli innocenti: ne va di tutto il Servizio sanitario nazionale”, ammonisce il presidente Fnomceo Filippo Anelli.

“E’ ricominciata la strage degli innocenti, prezzo più alto pagato dalla medicina generale”

“E’ ricominciata la strage degli innocenti e, anche questa volta, è la medicina generale a pagare il prezzo più alto”, sottolinea Anelli che si appresta a scrivere una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedergli di “avviare insieme un monitoraggio di rischi e criticità”.

“E’ evidente che, a livello organizzativo, qualcosa non sta funzionando – osserva – e dobbiamo capire cosa per frenare questa tragedia. Per far ciò dobbiamo avere dati omogenei. Dobbiamo comprendere se, in tutte le regioni, sono stati distribuiti i dispositivi di protezione anche ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali, ai medici delle Rsa, del 118, ai liberi professionisti. Dobbiamo sapere quali sono i modelli organizzativi adottati dagli ospedali e quali stanno funzionando meglio. Dobbiamo avere dati certi – incalza Anelli – su quali Regioni abbiano attivato le Usca, che rappresentano il sistema di sicurezza sul territorio, l’omologo della distinzione tra ‘percorso pulito’ e ‘percorso sporco’ negli ospedali”. >> Le breaking news

Continua a leggere su UrbanPost