Mes e coronabond nessuna intesa: l’Europa è già nel baratro ma continua a discutere. Uno stato che conta 17 milioni di abitanti (quando Lombardia ed Emilia-Romagna insieme), il cui Pil è un terzo di quello italiano e meno della metà di quello spagnolo, riesce a bloccare l’intera Unione Europea su una decisione vitale. Non c’è più tempo, bisogna decidere. Mezza Europa è in ginocchio, conta i morti e le aziende a rischio fallimento, quasi la metà nei distretti industriali più importanti. E succede invece che uno dei paesi più piccoli e meno determinanti, sia dal punto di vista economico che politico, riesce a spingere l’Unione nel baratro.
La notte del fallimento
Il fallimento europeo è già una realtà nei fatti. Ma davvero, che diventasse una tragicommedia davvero ne avremmo fatto a meno di scoprirlo. Speriamo in un sussulto di onestà, in uno specchio abbastanza grande a casa di Wopke Hoekstra, il ministro dell’Economia dei Paesi Bassi. Purtroppo, però, al momento non ci sono segnali positivi in tal senso, a partire una timida apertura di Hoekstra sul Mes.
Because of the current crisis we have to make an exception and the ESM can be used unconditionally to cover medical costs. For the long term economic support we think it’s sensible to combine the use of the ESM with certain economic conditions.
— Wopke Hoekstra (@WBHoekstra) April 8, 2020
Il ministro dell’Economia italiano Roberto Gualtieri prende atto con amarezza dell’infruttuosa trattativa durata una notte intera. “Nonostante i progressi nessun accordo ancora all’Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del COVID19. È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”, ha detto stamattina il titolare del dicastero dell’economia. Dietro a Gualtieri c’è Conte, che i retroscena descrivono come sempre più nervoso.
Spagna e Italia: l’unione del Sud Europa è nei fatti più che negli intenti
Tutto vorrebbe Conte in questo momento tranne che una rottura insanabile con la Ue. Tuttavia, di fronte alle rigidità dei piccoli e al baratro di soluzioni draconiane come il Mes come originariamente previsto, quindi non “incondizionale”, il premier è pronto a fare muro insieme alla Spagna. Madrid, duramente colpita dalla crisi del Covid-19 al pari dell’Italia, è l’unica speranza per Roma nella battaglia per il Mes senza condizioni e i “coronabond”.
Sull’altro fronte, dietro ai piccoli, lo spettro della Germania. La cancelliera Merkel manda avanti “i nani” olandesi, austriaci e scandinavi per ribadire il potere assoluto tedesco sull’Unione. La discussione su Mes e “coronabond” proseguirà domani, ma se dopo 16 ore di discussione, nel mezzo di una crisi sanitaria senza precedenti nell’ultimo secolo, non si è arrivati ad una decisione c’è ben poco da sperare.
Una dimostrazione “plastica” del fallimento europeo. l’impossibilità di unificare le diverse anime di cui è composta l’Unione europea, in cui convivono Paesi con strategie politiche e finanziarie sostanzialmente inconciliabili. Lo dimostra il fatto che anche a fronte di un’emergenza come quella del coronavirus, sia prevalsa la guerra tra rigoristi dei conti pubblici e Paesi in difficoltà, probabilmente con la speranza che questi ultimi cadano nelle trame del Mes e in quel rischio Troika che la Germania continua a nascondere o, nel migliore dei casi, a minimizzare. >> I retroscena di politica