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Messaggi vocali, esiste un “galateo” anche per WhatsApp: ecco cosa dice

19/02/2024 15:43 - Aggiornamento 20/02/2024 19:12
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Esiste un galateo anche per l’utilizzo di WhatsApp e particolarmente dei messaggi vocali, dei quali spesso si fa un abuso: facendo, inoltre, perdere tempo all’interlocutore. A sua volta, anche il destinatario deve sottostare ad alcune regole elementari di buona educazione. Vediamo insieme il galateo di WhatsApp. (Continua a leggere dopo la foto)
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Quegli amici logorroici…

I messaggi vocali sono una funzione molto comoda, ma tutti abbiamo qualche amico o familiare piuttosto prolisso – quel tipo di persona che invia messaggi vocali di durata eccessiva, per comunicare informazioni anche stringate, facendo perdere molto tempo all’interlocutore – a cui vorremmo far capire quando una nota vocale è accettabile e quando invece la sua lunghezza è un deterrente all’ascolto ed è meglio, dunque, preferire un testo scritto. Qual è la durata giusta di un vocale? Scopriamo il galateo 2.0, la cosiddetta “netiquette”, cosa prevede in merito. (Continua a leggere dopo la foto)
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Messaggi vocali WhatsApp, non abusarne!

L’istituto americano The Emily Post Institute, che da decenni si occupa delle buone maniere e del galateo, si è espresso in maniera aspramente critica verso i messaggi vocali, ove non siano strettamente necessari e ove siano eccessivamente lunghi, anche perché ciò collide con la stessa ratio cui sottende WhatsApp: accorciare tempi e distanze istantaneamente. “Istantaneamente”, dunque, e non dopo minuti e minuti di ascolto, per poi vedersi costretti, in molti casi, a rispondere con altrettanta verbosità. Oppure, se il vocale è lungo e non può essere ridotto, è buona norma suddividerlo in messaggi più brevi da inviare separatamente. Nel 2022 Meta ha fornito i dati secondo cui sono 7 i miliardi di messaggi vocali quotidiani scambiati su WhatsApp, peraltro comunicando quanto segue: “Con la voce le emozioni traspaiono in modo più naturale rispetto ai messaggi di testo”. Ad ogni modo, se la stessa Meta si è premurata di contattare Jo Bryant, esperta di galateo professionale, un motivo ci sarà: l’esperta di buone maniere, come si legge su Il Messaggero, ha fornito qualche criterio di comportamento al fine di utilizzare bene tale strumento. (Continua a leggere dopo la foto)
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Quando e come preferire un vocale (breve) e che deve fare il destinatario?

Laddove proprio non se ne possa fare a meno, apprendiamo da Jo Bryant, è sempre meglio che il messaggio vocale sia preceduto o seguito da un breve messaggio di testo, per indicare l’argomento dell’audio registrato, nonché la sua eventuale urgenza. In tutti i contesti, poi, il mittente dovrebbe evitare di sollecitare la risposta e dovrebbe andare dritto al punto, con domande e concetti specifici. Occupiamoci, ora, del destinatario: l’accorgimento è quello di evitare di premere play al vivavoce se si è in autobus, per strada o in contesti affollati, così tutelando anche la propria stessa privacy. Oppure, si possono usare le cuffie o, ancora, ascoltarlo all’orecchio come se fossimo impegnati in una conversazione. Se proprio siamo infastiditi dalla pratica dei messaggi vocali, occorre rispondere solo attraverso messaggi di testo, ma se il mittente originario non comprende questo invito subliminale, basta farglielo sapere una vota per tutte: “Scrivi, non ho tempo (voglia) di ascoltare il messaggio”.
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Quanto deve durare un messaggio vocale?

Secondo l’esperta di galateo informatico Jo Bryant, il limite tollerabile si assesta a “1 o 2 minuti”. Anche se il destinatario ha a disposizione la “scorciatoia” di ascoltare il messaggio in maniera velocizzata a a 1x, 1,5x o 2x, il vocale va preferito nel caso che il concetto sia troppo lungo per essere scritto e troppo corto per fare una chiamata.


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