Evan Lo Piccolo è stato ucciso da una polmonite cronica causata da traumi ripetuti. Per la sua morte c’è in carcere il patrigno, Salvatore Blanco, accusato di ripetuti abusi e maltrattamenti sul piccolo. La madre ha chiesto la revoca della custodia cautelare in carcere e la concessione degli arresti domiciliari, il giudice non si è ancora pronunciato.
Evan Lo Piccolo maltrattato fino alla morte
Oggi 24 febbraio 2021 è un giorno molto triste perché sono stati resi noti i risultati sull’autopsia di Evan Lo Piccolo. Il bimbo di 20 mesi “morto a Rosolini il 17 agosto 2020, è stato ucciso da un arresto cardiocircolatorio e respiratorio causato da una polmonite cronica da aspirazione”. Si legge poi nel comunicato: “Polmonite che, stando alla consulenza medico-legale, sarebbe stata causata dai traumi continui e ripetuti subiti dal bambino provocati, secondo l’accusa, dal compagno della madre, Salvatore Blanco, al momento in custodia cautelare nel carcere di Siracusa”. A renderlo noto la dottoressa Anna Vagli, criminologa nominata consulente tecnico dagli zii paterni Di Evan, Jessica Lo Piccolo e Maikol Lo Piccolo, rappresentati dall’avvocato Loredana Calabrese.
Le continue fratture subite hanno infatti compromesso i meccanismi di difesa di Evan, e ciò ha determinato l’aspirazione del materiale gastrico nelle vie aree e nei polmoni. Aspirazione che si è rivelata fatale per la piccola vittima.
Il corpicino fracassato: il martirio del piccolo Evan
Per questa drammatica vicenda sono in carcere la madre, Letizia Spatola, e il suo compagno Salvatore Blanco, entrambi accusati di omicidio e maltrattamenti. Dall’esame autoptico sarebbe emerso che la vittima aveva anche alcune costole rotte, una frattura allo sterno oltre ad altre lesioni pregresse. Un corpicino martoriato con i segni indelebili del martirio inflittogli da chi invece avrebbe dovuto coccolarlo, amarlo, proteggerlo.
Evan Lo Piccolo: nessuno lo ha protetto
Lo scorso agosto il bimbo era stato condotto al pronto soccorso (la terza volta in poche settimane) con il corpo tumefatto ed i segni evidenti dei maltrattamenti. Nonostante le precedenti e plurime segnalazioni alle assistenti sociali fatte dalla nonna paterna, chi di competenza non ha preso provvedimenti. La donna aveva riferito dei maltrattamenti ma nessuno le ha dato ascolto. Le intercettazioni ambientali autorizzate dal pm, che hanno registrato le prove dell’orrore subito, non sono state ascoltate in tempo. Solo dopo la morte di Evan, quando ormai era troppo tardi.
La 23enne madre di Evan, Letizia Spatola, assisteva ai pestaggi inflitti a suo figlio. Non lo ha protetto, non ha impedito al compagno di picchiare e maltrattare la piccola vittima. Avrebbe addirittura chiesto ad un medico di falsificare il certificato medico per evitare che la terribile verità emergesse. Potrebbe interessarti anche —> Delitto di Bolzano, l’Adige restituisce oggetti: sono di Peter Neumair?