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Morto Mario Teràn, il militare boliviano che uccise Che Guevara: «Chiusi gli occhi e sparai»

11/03/2022 15:56 - Aggiornamento 16/01/2024 19:49

È morto a 80 anni Mario Terán, il militare che nell’ottobre del 1967 uccise il medico e rivoluzionario argentino Ernesto “Che” Guevara, arrestato poche ore prima in Bolivia. L’uomo, come ha rivelato la famiglia, si è spento dopo una lunga malattia. L’ex generale Gary Prado, comandante del gruppo che aveva ferito e catturato il “Che”, ha ricordato Mario Teràn intervenendo alla radio boliviana Compañera, giustificandone l’operato.

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Morto Mario Teràn, il militare che uccise Che Guevara

“Era umanamente finito e lo abbiamo accompagnato nelle sue ultime ore. Avevamo un buon rapporto. Era un sottufficiale responsabile che ha eseguito un ordine dall’alto, e dopo ha sempre vissuto con un profilo basso”, le sue parole. L’ex alto ufficiale ha ribadito in dichiarazioni alla radio boliviana che Mario Teràn “ha semplicemente fatto il suo dovere di sottufficiale dell’esercito”. Prado è uno dei pochi sopravvissuti dell’epoca degli scontri con la guerriglia, che ha segnato la storia della Bolivia e consegnato al “mito” la figura di Che Guevara.

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«Chiusi gli occhi e sparai», il racconto dell’uccisione del leader della rivoluzione cubana

Terán è deceduto in una zona orientale della provincia di Santa Cruz, dove ha lasciato moglie e due figli. Anni fa, il militare aveva raccontato alla stampa i momenti vissuti prima degli spari. «È stato il momento peggiore della mia vita e ho visto il Che grande, molto grande, enorme. I suoi occhi brillavano luminosi. Sentivo che mi sovrastava quando mi fissava e mi dava le vertigini. Ho pensato che con un rapido movimento lui avrebbe potuto togliermi la pistola. ‘Sta’ calmo, mi disse, e mira bene! Stai per uccidere un uomo!’. Io feci un passo indietro fino alla soglia della porta. Chiusi gli occhi e sparai», la testimonianza. Il cadavere di Che Guevara dopo la morte venne trasferito a Vallegrande, dove il maggiore Roberto Quintanilla mise in scena l’ostensione del nemico ucciso, sopra un lavatoio pubblico. Il regime boliviano volle esibire il cadavere come fosse una specie di trofeo. Quel corpo, ancora nei panni del guerrigliero, fu fotografato da Marc Hutten di France Presse. Lo scatto fece il giro del mondo. Leggi anche l’articolo —> Putin e le presunte origini italiane: da dove discende la famiglia dello zar

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