Torna a crescere la richiesta di mutui per l’acquisto della prima casa, ma scende ancora l’età dei papabili mutuatari che sono soprattutto under 36, favoriti da tassi agevolati e dalle misure predisposte dal governo Draghi. In media, chi si è rivolto ad un istituto di credito per comprare l’abitazione principale aveva, all’atto della firma, poco più di 35 anni (l’età era di 39 anno nel primo trimestre 2021). Secondo quanto riferito da «Facile.it» l’età media degli aspiranti mutuatari è scesa a 37 anni e mezzo. Come si fa però a far richiesta di un mutuo per la prima casa? Quali sono i requisiti necessari? In che modo scegliere il giusto finanziamento? Facciamo chiarezza.
Mutui prima casa, cosa sapere prima di firmare: occhio a clausole e tassi di interesse
Nell’ordinamento italiano la definizione di mutuo viene fornita dall’articolo 1813 del Codice Civile: «Il mutuo è il contratto col quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità». Nella maggior parte dei casi sono le banche i soggetti che trasferiscono somme di denaro ai mutuari. Questi ultimi possono essere sia privati cittadini che imprese. Oltre agli istituti di credito e ai mutuari è presente anche una terza figura che può essere coinvolta nella sottoscrizione di un mutuo, vale a dire il terzo datore d’ipoteca. Il soggetto che riceve dalla banca il prestito in denaro si impegna a restituirlo con l’aggiunta di interessi. A seconda di questi si ha una classificazione dei mutui. Abbiamo quelli a tasso fisso: come suggerito dal nome, il tasso d’interesse rimane costante, ne segue che anche le rate saranno costanti. Il tasso fisso è il risultato della somma del ricavo dell’istituto bancario (spread) e del tasso di riferimento europeo Eurirs. Ci sono poi i mutui a tasso variabile: in questo caso il tasso e le rate non saranno costanti, ma più alti o più bassi rispetto ai valori iniziali. Abbiamo poi i mutui Cap, tipologia di mutui a tasso variabile caratterizzato per un tetto massimo previsto per il tasso d’interesse; mutui a tasso bilanciato: che prevede che il tasso offerto sia in parte fisso e in parte variabile; e infine i mutui a tasso misto.
Quali sono i requisiti richiesti
Chi sottoscrive un mutuo deve stare bene attento alle clausole, che soprattutto dopo la crisi dell’euro le Banche hanno inserito nei contratti per salvaguardarsi dalla possibilità di dover offrire un tasso d’interesse inferiore allo spread. Bisogna poi badare a Taeg, Tan e Teg, le tre sigle che indicano, nello specifico: TAN: Tasso Annuo Nominale; TAEG: Tasso Annuo Effettivo Globale; TEG: Tasso Effettivo Globale. Che reddito serve per un mutuo? Normalmente la regola generale delle banche italiane è questa: la rata del mutuo non deve essere superiore al 30% del reddito disponibile del richiedente. Se il mutuo è cointestato, normalmente si tiene conto della somma dei redditi dei due richiedenti. Leggi anche l’articolo —> Draghi vara def di guerra: «Preferiamo la pace o il condizionatore accesso?»