I neonati seppelliti a Parma erano nati vivi: le nuove rivelazioni. La tragica scoperta dei due neonati seppelliti a Parma ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Le indagini hanno confermato che i piccoli erano nati vivi, ma sopravvissuti solo per pochi minuti o secondi prima di essere trovati senza vita nel giardino della villa dei Petrolini, a Traversetolo. Questo dettaglio straziante implica che i neonati dovranno essere registrati all’anagrafe, dando loro un nome per consentire una dignitosa sepoltura. Approfondiamo questo nuovo e sconcertante sviluppo delle indagini.
La Procura di Parma, guidata dal magistrato Alfonso D’Avino, ha già avviato il processo per la registrazione di nascita e morte. Un passaggio burocratico che diventa anche un riconoscimento formale della loro breve esistenza. L’intera comunità è profondamente colpita dalla vicenda, e il sindaco di Traversetolo, Simone Dall’Orto, ha espresso la sua disponibilità a collaborare per organizzare i funerali. (Continua a leggere dopo la foto)
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I neonati seppelliti a Parma erano nati vivi: chi sceglierà i nomi?
Una delle domande più delicate riguarda la scelta dei nomi. La madre, Chiara, attualmente agli arresti domiciliari, si trova in una condizione psicologica difficile, mentre il padre rimane in silenzio. Se non si giungerà a un accordo tra i familiari, sarà la Procura di Parma a prendere questa decisione. (Continua a leggere dopo la foto)
Il dramma continua: l’interrogatorio della madre
Nel frattempo, Chiara, 22 anni, babysitter di professione, affronterà presto l’interrogatorio di garanzia. Difesa dall’avvocato Nicola Tria, la giovane potrebbe decidere di non rispondere, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il suo ruolo in questa tragedia resta ancora al centro delle indagini, con la speranza che emergano ulteriori dettagli in merito alle circostanze che hanno portato a questo dramma.