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Su Telegram i “No Green Pass” hanno aperto la caccia a medici e politici

31/08/2021 18:14 - Aggiornamento 31/08/2021 21:41

Come tra il 1450 e il 1750 l’Europa e l’America hanno assistito alla caccia alle streghe, oggi i pionieri nel “No Green Pass” stanno mettendo in piedi una vera e propria battuta nei confronti di medici, politici e giornalisti che appoggiano la certificazione verde. Terreno di battaglia: Telegram. In poche ore nel gruppo “Basta dittatura” si sono accumulati migliaia e migliaia di utenti, di messaggi, ma anche di numeri di telefono e di indirizzi di persone che si sono pubblicamente esposte in favore del Green Pass. “Inviate numeri e indirizzi di tutti i criminali. Mandateci poi video e registrazioni audio per far divertire anche gli altri”, si legge nella chat.

green pass documento identità

No Green Pass, su Telegram è caccia ai sostenitori della certificazione verde

Nel mirino ci sono in particolare Matteo Bassetti e Roberto Burioni. Non mancano però anche giornalisti del Fatto Quotidiano e politici come Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia. “Se avete personaggi criminali da segnalare, invitate nei commenti tutti i suoi contatti, numero, indirizzo, con prova di cosa ha fatto con link”, si legge tra i messaggi. In poche ore la situazione si è rivelata fuori controllo: “Sono tutti terrorizzati, tutti i canali di manipolazione ne parlano. Bastava mettere i loro numeri e indirizzi, com’è che nessuno ci aveva pensato prima?”, si legge nella chat dove si invita anche ad annullare le tessere sindacali protestando contro Cgil, Cisl e Uil. “Che ne dite di fare una bella visita anche alle sedi di questi sindacati di me…?”.

Un altro nome che ritorna frequentemente tra i messaggi dei No Green Pass è quello del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Un altro infame da giustiziare”, scrivono. “E’ necessario il piombo”, “devi crepare”. Le minacce sono numerose, e seguono le ultime dichiarazioni di Di Maio in favore della campagna vaccinale.

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no green pass

No Green Pass, domani la manifestazione

Per domani, poi, proprio in occasione dell’inizio delle nuove regole, i no Green Pass hanno organizzato un blocco delle principali stazioni ferroviarie. “Portatevi tranquillamente i vostri bambini al blocco dei treni, come nei 6 sabato di proteste precedenti, sarà tutto pacifico”, sottolineano. “Se ognuno di noi, più di 35mila membri, invitasse una sola persona nel canale, il numero degli iscritti raddoppierebbe in un giorno solo, e avremmo un impatto molto più grande! Allora facciamolo!”,si legge ancora nella chat. L’invito è stato presto accettato: in poco tempo, infatti, gli iscritti sono saliti a 42mila.

Per tentare di contenere i possibili disordini dovuti alla manifestazione dei No Green Pass i sindacati si stanno già mobilitando, rafforzando i controlli su tutti i principali scali ferroviari e non solo. “Diciamo no alle minacce di bloccare i treni domani, 1 settembre, nelle maggiori stazioni italiane”, hanno sottolineato in modo unito Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. “Auspichiamo un doveroso ripensamento da parte dei promotori della protesta. I rischi connessi sono evidenti e serve un piano di sicurezza per tutelare lavoratori e utenti”, hanno aggiunto inoltre. >> Tutte le notizie di UrbanPost