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Nobel per la medicina 2020, scoperto il virus dell’epatite C

05/10/2020 16:35

La settimana dei Nobel è iniziata oggi con l’annuncio dei vincitori del Nobel per la Medicina 2020. Sono Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles M. Rice i premiati di quest’anno. I tre studiosi hanno vinto la competizione grazie alla scoperta del virus dell’epatite C. La Fondazione Nobel, in collegamento con l’Istituto Karoliska di Stoccolma per la Medicina e con la sede dell’Accademia svedese delle Scienze ha trasmesso in diretta via Internet e social network il nome dei vincitori. La cerimonia di premiazione in programma all’inizio di dicembre sarà virtuale a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19. I prossimi appuntamenti scientifici sono in programma domani, 6 ottobre, con l’annuncio del Nobel per la Fisica e mercoledì 7 con il Nobel per la Chimica. Il prestigioso premio consiste in una medaglia d’oro e un premio in denaro di 10 milioni di corone svedesi (oltre 1.118.000 di dollari).

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medaglia nobel

L’importanza della scoperta

Secondo l’Oms, l’epatite C colpisce 70 milioni di persone e ne uccide 400mila ogni anno. Eliminare il virus è essenziale per varie ragioni. L’epatite C si contrae principalmente per contatto diretto con il sangue infetto, spesso dovuto all’uso di droghe per via endovenosa, a presidi medici non sterilizzati e trasfusioni di sangue. Il fegato è il primo organo a subire gli effetti della malattia. Si scatena una reazione immunitaria che, a lungo termine, danneggia in maniera irreversibile l’organo, portando a cirrosi e tumore. L’epatite si definisce una patologia sistemica e chi ne soffre con il tempo va incontro a diabete, insufficienza renale e malattie cardiovascolari. Per i malati in fase avanzata non è sufficiente l’uso dei farmaci e diventa necessario un trapianto di fegato.

vincitori Nobel per la medicina 2020

Nobel per la medicina 2020: chi sono i vincitori

Harvey J. Alter, 85 anni, è nato nel 1935 a New York e si è laureato in medicina nell’Università di Rochester nel 1960. Dal 1961 ha lavorato per i National Institutes of Health (Nih). Qui iniziò la sua carriera da ricercatore collaborando  ad alcune delle ricerche sul virus dell’epatite B. In seguito Alter si dedicò ad uno studio clinico per scoprire le cause delle epatiti associate alle trasfusioni di sangue e ridurre i rischi. Basandosi sul suo lavoro, gli Stati Uniti fecero partire un programma di screening dei donatori di sangue che portò alla riduzione dal 30% a quasi lo 0% dei rischi di contrarre epatite a seguito di una trasfusione.

Charles M. Rice (65 anni) è nato nel 1952 a Sacramento e si è laureato nel 1981 California Institute of Technology (Caltech). Dal 1986 ha lavorato nella Washington University School of Medicine a St Louis. Dal 2001 insegna alla Rockefeller University di New York, dove fino al 2018 ha diretto il Centro di ricerca sull’epatite C. Le tecniche di ingegneria genetica utilizzate da Rice presso la Washington University a St. Louis dimostrarono che bastava iniettare negli animali il materiale genetico del virus, ossia il suo Rna, per causare la malattia.

Il britannico Michael Houghton si è laureato nel 1977 nel King’s College di Londra e in seguito ha lavorato per le aziende G. D. Searle & Company e Chiron, dove ha condotto e analisi genetiche che hanno fornito il primo identikit genetico del virus dell’epatite C. Dal 2010 insegnato nell’Università di Alberta.