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Nomine Rai, Conte chiede un incontro con Draghi: spunta retroscena sulla telefonata

20/11/2021 12:10 - Aggiornamento 20/11/2021 12:18

Un incontro con il presidente del Consiglio Draghi per affrontare la questione delle nomine in Rai «e altri temi dell’agenda politica è senz’altro opportuno». Così il leader del M5S Giuseppe Conte in un’intervista concessa a «Il Fatto Quotidiano». Sulla trattativa Rai «siamo stati informati all’ultimo», ha detto l’ex premier. Conte ha rimarcato che il senatore Mario Turco non è stato mandato da lui a trattare: «È stato chiamato a Palazzo Chigi per essere messo al corrente della lista di nomi già pronta, a poche ore dall’annuncio ufficiale, quando già circolavano le indiscrezioni sui nomi». La guida del MoVimento ha precisato che in quell’occasione «ha solo potuto chiedere il criterio che aveva ispirato queste proposte editoriali. Ma non gli è stata data alcuna spiegazione».

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Nomine Rai, Conte chiede un incontro con Draghi: spunta retroscena sulla telefonata

Sulle nomine Rai Giuseppe Conte ha dichiarato fermo: «Non entro nel merito dei singoli, la cui professionalità è riconosciuta e indiscussa. Sono il leader di una forza politica che è stata votata da 11 milioni di elettori. E anche per il rispetto che devo loro ho il diritto di chiedere spiegazioni sui criteri che hanno portato a queste nomine, partite dalla premessa che la politica sarebbe rimasta fuori». Della delicata questione ne ha parlato ovviamente col garante del MoVimento, Beppe Grillo: «Ci siamo confrontati, sì. Potete immaginare la sua sensibilità sul punto, visto che lui sulla comunicazione ha idee molto eterodosse, e aveva invitato i parlamentari a un periodo di astinenza». Conte ha poi aggiunto: «Questo è il momento di mettere da parte l’io e le pur legittime sensibilità individuali, e di riconoscersi tutti nel noi, per perseguire assieme il bene del Movimento». Alla domanda diretta: ‘Avete tentazioni di voto anticipato?’, il leader pentastellato ha risposto: «L’ho chiarito più volte e lo ribadisco: il Movimento non ha nessuna tentazione di andare al voto anticipato ma di contribuire a mettere in sicurezza il Paese e ad attuare il Pnrr».

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«Voto anticipato? Il MoVimento non ha nessuna intenzione»

Le dichiarazioni di Giuseppe Conte di oggi a «Il Fatto Quotidiano» in realtà non stupiscono. Nei giorni scorsi si è parlato di una telefonata che Draghi avrebbe fatto all’avvocato del popolo. Un colloquio poco prima che questi facesse l’oramai noto annuncio di autoesilio del M5S dalla Rai. “L’ultimo, estremo tentativo, di cui si incarica il premier in persona, di trovare un accordo sulle nomine dei Tg con il leader del Movimento dopo una notte di trattative e triangolazioni tra Palazzo Chigi, i partiti e Viale Mazzini”, ha riferito “La Stampa”. Ilario Lombardo ha ricostruito il contenuto di quella breve conversazione: “Draghi non accetta un altro rinvio delle nomine previste per oggi, Conte insiste e chiede, a vuoto, di sacrificare Monica Maggioni per il Tg1”. E appreso questo retroscena non si può certo fare a meno di guardare sotto una luce diversa il monologo di Conte dopo il caos Rai: «Le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci sono mai piaciute. Si chiama lottizzazione politica. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo». Conte si aspettava un ripensamento, o meglio se lo sarebbe augurato di cuore. Perché le nomine ai vertici dei telegiornali della Rai sembrano celare, in realtà, l’ipotesi che si stiano creando equilibri inediti in vista dell’elezione del presidente della Repubblica. Draghi pare stia rinsaldando le alleanze con i singoli leader dei partiti della sua maggioranza. E l’ex premier è stato escluso. Il M5s ha deciso di affidare la comunicazione solo ai suoi canali social e alle reti concorrenti.

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Nomine Rai Conte, l’indiscrezione de «La Stampa» sul colloquio telefonico con Draghi: cosa si sono detti

“Da almeno tre settimane si sapevano che questi erano i nomi (…) e questo era lo schema di Draghi sulla Rai: al Tg1 una donna, con un profilo più istituzionale, non vincolato ai partiti, il Tg2 al centrodestra, il Tg3 al centrosinistra. Il primo problema, però, nasce proprio da qui”, spiega Lombardo su «La Stampa». “Il M5S non si considera semplicemente una parte della coalizione giallorossa. E considera Maggioni troppo legata alla storia di Matteo Renzi: ‘Anche lei, come Orfeo, è presente nelle carte dell’inchiesta sula fondazione Open’, sostengono. Il M5S si sente scippato dal principale tg, diretto da Giuseppe Carboni. È lo sgretolamento ulteriore del potere del Movimento e di Conte, mentre Matteo Salvini sorride per il bis di Gennaro Sangiuliano”, conclude il giornalista. In quello stesso retroscena si parla anche di un Conte particolarmente arrabbiato con Luigi di Maio. I vicepresidenti lo considerano il principale responsabile della sconfitta del M5S sulla Rai. Leggi anche l’articolo —> “Dimissioni lampo dopo il sì alla manovra”. Draghi, rumor dal Transatlantico: circolano già due nomi

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