Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto legge Covid. Un laconico flash di agenzia attorno alle 11:30 conferma l’approvazione del provvedimento che si limita però a soli piccoli ritocchi rispetto all’ultimo Dpcm del governo Conte, che resta in vigore fino al prossimo 5 marzo.
“Il Consiglio dei ministri, si apprende fa fonti di governo, ha approvato il Dl Covid con la proroga delle misure anti pandemia come il blocco dello spostamento tra regioni”. Così l’agenzia Adnkronos in tarda mattinata. Nessuna modifica quindi al modello di classificazione per colori delle regioni, che resta per il momento confermato.
Nuovo decreto Covid: ecco le regole che cambiano
Il provvedimento licenziato stamattina dal Consiglio dei Ministri proroga il divieto di spostamenti tra Regioni fino al 27 marzo 2021. Resta nelle zone gialle e arancioni la possibilità, una sola volta al giorno, di spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni. Questa possibilità non varrà più invece nelle aree rosse.
Per il resto, come detto, il nuovo Decreto legge, il primo del governo Draghi, non prevede alcun cambiamento riguardo al sistema di controllo e gestione della pandemia: restano confermati monitoraggi settimanali, cabina di regia e schema di classificazione per colori. Questo almeno fino al prossimo 5 marzo 2021, quando scadrà l’ultimo Dpcm del governo Conte bis.
Il pressing delle regioni sulle riaperture e il coinvolgimento nelle decisioni, la questione comunicazione
“Dobbiamo mettere mano e testa ad una serie di normative che consentano di cominciare a vedere l’orizzonte di una riapertura del Paese, tenendo conto del fattore varianti. Non bisogna su questo fare inutile terrorismo, il virus è monitorato, le varianti vengono monitorate nel sistema di rilevazione. Ora ci aspettiamo un cambio di passo da questo governo anche nel coinvolgimento di tutti i livelli di governo nelle scelte”. Così il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti, nel suo intervento alla trasmissione ‘Che giorno è’ di Rai Radio1.
Un cambio che potrebbe riguardare anche la comunicazione dell’emergenza: si pensa, ad esempio, all’istituzione di un portavoce unico per il Cts, il Comitato tecnico scientifico. Il governo chiede “una moderazione nelle esternazioni delle nostre comunicazioni, ma niente di più. Non ci sono state istruzioni di comportamento”. Lo ha detto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo lasciando palazzo Chigi.
“C’è stata una riunione con Speranza e la Gelmini, io ho presentato la mia disponibilità al ministro Speranza”, ha spiegato Miozzo, che sull’ipotesi di un portavoce unico del Cts ha detto: “Aspettiamo che il presidente ci dica cosa fare”. “Il sistema a colori ha funzionato bene”, ha poi detto Miozzo sottolineando ancora: “Che ci sia preoccupazione sulle varianti è ovvio”. >> Le notizie sulla pandemia da Covid-19