Busto Arsizio suicidio in carcere. Vito Clericò aveva commesso un atroce omicidio. Aveva ucciso e decapitato l’amica Marilena Rosa Re perché aveva un debito finanziario nei suoi confronti. Oggi 29 novembre, l’uomo ha messo fine alla propria esistenza, mentre scontava la pena nel carcere di Busto Arsizio.
>>Monza, ucciso a coltellate: efferato omicidio per strada in pieno giorno
Busto Arsizio suicidio del killer di Marilena
Vito Clericò, il 64enne di Garbagnate Milanese si è suicidato. L’uomo stava scontando la pena per l’omicidio dell’amica Marilena Rosa Re, promoter 58enne di Castellanza. Vito aveva ucciso la donna nel 2017 per soldi. Non l’ha solo uccisa. Ha anche fatto a pezzi il suo corpo. La condanna che l’uomo doveva scontare prevedeva l’ergastolo per l’omicidio di secondo grado. Nel tardo pomeriggio di oggi nel bagno comune del carcere di Busto Arsizio l’uomo si è tolto la vita. Vito avrebbe ingoiato sacchetti dell’immondizia fino a soffocarsi. L’uomo ha lasciato una lettera nella quale ha spiegato il suo gesto e in cui ha criticato l’operato della giustizia.
L’omicidio di Marilena
Clericò era stato condannato nel gennaio del 2019 all’ergastolo con rito abbreviato. Lo sconto della pena prevedeva che l’imputato non fosse sottoposto all’isolamento diurno. Il movente del terribile omicidio, secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dai carabinieri di Busto Arsizio, sarebbe stata una somma di 80mila euro che Clericò doveva alla vittima, sua ex vicina di casa. Marilena infatti aveva dato la somma al pensionato e alla moglie Alba De Rosa nel 2014 chiedendo di tenerla in custodia in attesa di sistemare alcuni problemi con il Fisco.
In realtà la coppia avrebbe usato i soldi che Marilena gli aveva chiesto di custodire, per pagare debiti pregressi e spese ordinarie. Al momento di restituire il denaro Clericò non aveva più nulla. Per liberarsi del debito che aveva con la vicina quindi, Vito premeditò l’omicidio. L’uomo dapprima aveva condotto la promoter nel suo orto di via Volta. Qui l’ha uccisa con “almeno sei colpi di natura contusiva” alla testa. Ma non solo. L’uomo aveva decapitato il cadavere, seppellito il corpo e gettato il cranio in un campo vicino alla ferrovia. >>Tutte le notizie