Dopo il Coronavirus dal passato torna l’incubo della peste bubbonica. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato di stare monitorando un caso in Cina dopo essere stata informata dalle autorità di Pechino. Secondo quanto riportato dall’Ansa un pastore nella regione della Mongolia interna settentrionale è risultato infetto nel week end. La scorsa settimana altri due casi sono stati confermati nella provincia di Khovd. Si tratta di due persone che avevano mangiato carne di marmotta, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa cinese Xinhua.
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Peste bubbonica in Cina, Oms monitora i casi: Russia intanto vieta caccia alle marmotte
La Russia ferma la caccia alle marmotte per evitare la diffusione della peste. Le autorità di Mosca, come spiega ‘Sky Tg24’, hanno intensificato le pattuglie vicino al confine con la Cina e la Mongolia, proprio per fermare i cacciatori dei grandi roditori, dopo che nei giorni scorsi erano stati rilevati alcuni casi. Una malattia nota anche come “peste delle marmotte”. Stando al Guardian le autorità di Bayannur, città cinese della Mongolia interna, hanno emesso un avvertimento domenica scorsa, dopo che un ospedale ha riferito di un sospetto caso di malattia mortale. La scorsa settimana, come dicevamo in apertura, la Mongolia ha riferito di due casi di peste bubbonica riconducibili a persone che avevano mangiato carne di marmotta nella provincia occidentale di Khovd, area ora messa in quarantena per limitare il contagio.
Come si trasmette la «morte nera»
La peste bubbonica, conosciuta come la “morte nera” nel Medioevo, è una malattia assai contagiosa, che si diffonde specialmente nei roditori. Al giorno d’oggi, può essere curata con l’utilizzo di comuni antibiotici. Il batterio responsabile della malattia tanto temuta dall’uomo si chiama Yersina Pestis. Possiamo dire con tranquillità che i focolai di peste bubbonica nel mondo sono diventati sempre più rari. La filiale stessa locale del Rospotrebnadzor, l’organo che tutela la salute dei cittadini russi, ha dichiarato che i casi oltre confine non rappresentano una minaccia.
Ad ogni modo non si tratta di una novità: nel periodo 2010-2015, ad esempio, si sono registrati ben 3.248 casi di contagio e 584 morti per peste bubbonica. Tra il primo agosto e il 17 novembre del 2017 al mondo ci sono stati 2.267 contagi e 195 vittime. Gli ultimi episodi, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, sono stati locali: «Globalmente l’ultima vera e propria epidemia urbana di peste negli Stati Uniti è stata nel 1924-25, a Los Angeles. E da allora la malattia si manifesta soprattutto nelle aree rurali al ritmo di 10-15 casi all’anno, principalmente in due zone: quella del New Mexico, nord Arizona e sud Colorado e tra California, sud dell’Oregon e Nevada occidentale». leggi anche l’articolo —> Il 4 maggio tra corsi e ricorsi storici di manzoniana memoria