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Pesticidi nel piatto, allarme Legambiente 2025: questo ortaggio è il più contaminato

26/12/2025 10:47 - Aggiornamento 26/12/2025 11:29

Pesticidi nel piatto, allarme Legambiente 2025: questo ortaggio è il più contaminato

Succede sempre nello stesso modo. Vai al mercato, scegli i colori più vivi, tocchi la buccia liscia, pensi alla ricetta. In quel gesto quotidiano c’è una fiducia silenziosa: quella che ciò che porti a casa sia sicuro. Ma il nuovo dossier di Legambiente incrina proprio quel momento, perché racconta una verità che fa più rumore quando è ordinaria. I pesticidi non sono un’eccezione. Sono la regola.

Il rapporto Stop pesticidi nel piatto 2025 fotografa un’Italia agricola che continua a convivere con i residui chimici nel cibo. E lo fa con numeri che non lasciano spazio a interpretazioni consolatorie. Quasi la metà degli alimenti convenzionali analizzati contiene tracce di fitofarmaci. Non sempre fuori legge. Ma quasi sempre presenti.

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I peperoni diventano un simbolo scomodo

Tra tutti gli ortaggi analizzati, ce n’è uno che più degli altri concentra le criticità. I peperoni. Colorati, versatili, amatissimi, diventano nel dossier Legambiente il simbolo di un problema strutturale. Su 143 campioni analizzati, il 3,5 per cento risulta irregolare, cioè oltre i limiti di legge. È la percentuale più alta registrata tra gli ortaggi.

Non si tratta di demonizzare un singolo alimento. Il punto è ciò che rappresenta. I peperoni raccontano una filiera in cui l’uso dei pesticidi resta intenso, spesso necessario per sostenere produzioni elevate, uniformi, esteticamente perfette. Il prezzo, però, non lo paga solo il campo. Lo paga il piatto.

Quasi metà dei cibi convenzionali contiene residui chimici

Il dato che più colpisce arriva dallo sguardo d’insieme. Su 4.682 campioni analizzati tra frutta, verdura, cereali e prodotti trasformati, il 47,6 per cento degli alimenti convenzionali presenta residui di pesticidi. Non parliamo di casi isolati. Parliamo di una normalità chimica che accompagna il nostro modo di produrre e consumare cibo.

In molti casi le concentrazioni rientrano nei limiti di legge. Ma è proprio qui che si apre il nodo più delicato. La legge misura le singole sostanze. La vita reale no.

Il multiresiduo: quando un alimento diventa un cocktail invisibile

Il passaggio più inquietante del dossier riguarda il multiresiduo. Oltre il 30 per cento dei campioni analizzati contiene più pesticidi contemporaneamente. Insetticidi, fungicidi, erbicidi che convivono nello stesso alimento, spesso in quantità formalmente regolari, ma mai valutate nel loro effetto cumulativo.

La normativa europea considera ogni molecola separatamente. Ma il corpo umano no. Assorbe, somma, accumula. Ed è proprio su questo terreno che cresce la preoccupazione degli esperti, perché l’esposizione cronica a basse dosi resta una zona grigia, poco studiata e poco raccontata.

La frutta sotto la lente: numeri ancora più pesanti

Se gli ortaggi preoccupano, la frutta non consola. Secondo Legambiente, nel comparto frutticolo il 75,57 per cento dei campioni presenta più residui di pesticidi. E il 2,21 per cento risulta non conforme, cioè oltre i limiti consentiti.

È un dato che pesa, perché la frutta è spesso il primo alimento introdotto nelle diete dei bambini. È il simbolo stesso di salute. Eppure, dietro quella promessa, si nasconde una complessità chimica che raramente arriva al consumatore finale.

Quando riemergono sostanze vietate da decenni

I peperoni diventano caso emblematico anche per un altro motivo. Su questo ortaggio è stata rilevata la presenza di Tetramethrin, un insetticida vietato dal 2002. Non è un’anomalia isolata. Tracce di DDT, bandito da decenni, sono comparse anche in patate e zucchine.

Non significa che qualcuno stia spruzzando illegalmente vecchi pesticidi. Significa qualcosa di più inquietante. L’ambiente conserva memoria. Il suolo, l’acqua, le falde continuano a restituire molecole del passato. E il cibo diventa il punto di contatto tra quella memoria e il nostro presente.

Il confronto con il biologico racconta un’altra storia

Il raffronto con l’agricoltura biologica è netto. L’87,7 per cento dei campioni bio analizzati risulta completamente privo di fitofarmaci. Un solo caso di irregolarità, probabilmente dovuto alla deriva da campi confinanti, non cambia il quadro generale.

Secondo Legambiente, questo dimostra che produrre riducendo drasticamente la chimica è possibile. Non senza difficoltà. Non senza costi. Ma con risultati concreti sulla sicurezza alimentare.

Perché stare nei limiti di legge non basta più

Il dossier insiste su un punto che spesso sfugge nel dibattito pubblico. Rispettare i limiti di legge non equivale automaticamente a tutelare la salute. Le norme attuali nascono per valutare sostanze singole, non esposizioni cumulative, non effetti a lungo termine, non interazioni tra molecole diverse.

È una protezione minima, non una garanzia assoluta. Ed è qui che si apre lo spazio per una riflessione più ampia sulle politiche agricole e alimentari.

La classifica

AGRICOLTURA TRADIZIONALE
Genere Campioni analizzati Irregolari Regolari senza residui Regolari con un solo residuo Regolari con più di un residuo
Numero % Numero % Numero % Numero %
VERDURA
Insalate 83 1 1,20 31 37,35 18 21,69 33 39,76
Ortaggi da foglia 120 3 2,50 60 50,00 24 20,00 33 27,50
Ortaggi da fusto 107 3 2,80 46 42,99 25 23,36 33 30,84
Pomodori 165 3 1,82 69 41,82 29 17,58 64 38,79
Cereali 520 0 0,00 387 74,42 98 18,85 35 6,73
Legumi 76 0 0,00 49 64,47 18 23,68 9 11,84
Zucchine 102 0 0,00 65 63,73 19 18,63 18 17,65
Peperoni 143 5 3,50 43 30,07 29 20,28 66 46,15
Patate 145 0 0,00 101 69,66 36 24,83 8 5,52
Carote 110 0 0,00 56 50,91 31 28,18 23 20,91
Altre verdure 281 4 1,42 182 64,77 41 14,59 54 19,22
FRUTTA
Mele 217 2 0,92 37 17,05 65 29,95 113 52,07
Pere 86 0 0,00 11 12,79 15 17,44 60 69,77
Pesche 211 9 4,27 24 11,37 30 14,22 148 70,14
Uva 152 3 1,97 52 34,21 33 21,71 64 42,11
Fragole 62 1 1,61 18 29,03 8 12,90 35 56,45
Agrumi 451 3 0,67 61 13,53 58 12,86 329 72,95
Frutta esotica 154 8 5,19 58 37,66 25 16,23 63 40,91
Piccoli frutti 84 4 4,76 33 39,29 11 13,10 36 42,86
Altra frutta 167 5 2,99 58 34,73 31 18,56 73 43,71
Elaborazione Legambiente su dati ARPA, IZS, USL, ATS – 2024

Ridurre i pesticidi non è una scelta individuale

Legambiente è chiara su questo punto. La sicurezza alimentare non può essere delegata solo alle scelte dei consumatori. Serve una riduzione strutturale dell’uso dei pesticidi, accompagnata da politiche agricole orientate alla sostenibilità reale.

Agroecologia, biocontrollo, tutela del suolo, protezione degli impollinatori, rotazioni colturali e filiere più corte non sono parole astratte. Sono strumenti concreti per abbassare il livello chimico del nostro cibo prima che arrivi sugli scaffali.

Il vero bivio è culturale

Il punto finale non riguarda solo i peperoni. Riguarda il modello. Un’agricoltura che insegue quantità, standard estetici e prezzi compressi continuerà a usare pesticidi come stampella strutturale. Un’agricoltura che mette al centro la salute collettiva deve accettare il cambiamento.

Il dossier Stop pesticidi nel piatto 2025 non chiude una discussione. La apre. E lo fa nel modo più diretto possibile: portando la questione là dove non può più essere ignorata. Nel piatto. Nel gesto quotidiano. In quella fiducia silenziosa che ora chiede risposte più solide.

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