Genova, a due anni di distanza dalla tragedia del Ponte Morandi, oggi è il giorno del ricordo. La commemorazione, in onore delle 43 vittime del disastro, sarà tenuta sotto le campane del nuovo ponte San Giorgio, inaugurato lo scorso 3 agosto. Alla cerimonia parteciperà anche il Presidente de Consiglio, Giuseppe Conte. Dopo la messa in suffragio delle vittime, alle ore 10.30, nella Radura della Memoria, ci sarà la cerimonia privata organizzata dal comitato dei familiari delle vittime. Alle 11.36, l’ora del crollo, verrà osservato un minuto di silenzio seguito dalla lettura di alcune parti del libro dedicato alle vittime. Nel pomeriggio verrà scoperta la targa con i nomi di chi perse la vita nel crollo.
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Ponte Morandi crollo, l’unica cosa immutata è il dolore
I famigliari delle vittime hanno voluto fortemente distinguere il giorno del ricordo da quello dell’inaugurazione del nuovo ponte. A due anni dalla tragedia, l’unica cosa a restare immutata è il dolore. Oltre al Presidente Giuseppe Conte, confermato in una nota di Palazzo Chigi, saranno presenti anche la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli e del guardasigilli Alfonso Bonafede. La presidente del comitato in ricordo delle vittime, Egle Possetti ha dichiarato: «Lo Stato non deve dimenticarci e dimenticare quanto successo perché questa tragedia, come altre inspiegabili del nostro Paese, non doveva accadere». Conclude: «Speriamo che la giornata di venerdì sia un ricordo sincero e che tutti gli anni possa esserci questa commemorazione, con una presenza importante. Finché le persone si ricorderanno dei nostri cari non sarà dimenticato tutto. Non dobbiamo far calare l’attenzione»
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Tragedia Ponte Morandi, ministro Costa: «Simbolo di un’Italia che vuole rinascere»
Il ministro Costa dell’Ambiente, Sergio Costa, afferma: «La tragedia del ponte Morandi è l’emblematica rappresentazione dell’Italia che vuole rinascere. Il popolo genovese è stato duramente colpito ma ha saputo reagire senza piangersi addosso. Si è rimboccato le maniche ed è andato avanti». Alla dichiarazione di Costa, risponde Emmanuel Diaz, fratello di una vittima: «Solo la piena giustizia sarà un segno di rinascita. Lo Stato è complice nel crollo di ponte Morandi. Ha trascurato la sicurezza. Fa male vedere cosa emerge dall’inchiesta. Si capisce che il crollo si poteva evitare, dal 2014 Aspi sapeva che il ponte era a rischio crollo. Anche le informazioni arrivate dalla Nasa hanno mostrato che il ponte si era deformato dal 2015 e nei sette mesi prima del crollo ha evidenziato oscillazioni irregolari.Giusto parlare del ponte nuovo, è simbolo della rinascita, è giusto rialzarsi, il ponte ne è un simbolo, ma serve una giustizia esemplare, quella sarà la vera rinascita. Io credo nella Procura e spero nella giustizia».