Omicidio Gianna Del Gaudio, al processo contro il marito Antonio Tizzani, unico imputato, ieri 21 ottobre è stata la volta del secondo figlio. Sono stati sentiti come testimoni Paolo Tizzani, la moglie Elena Foresti e sua mamma.
Il figlio di Gianna Del Gaudio in difficoltà: pm ipotizza falsa testimonianza
I testi avrebbero rilasciato dichiarazioni a tratti contraddittorie e, come ha sottolineato l’accusa, non rispondenti a quelle fornite durante le indagini e messe a verbale. Aspetti poco chiari delle loro testimonianze a processo tali per cui il pm ha chiesto alla Corte la trasmissione degli atti alla Procura insinuando il dubbio di una falsa testimonianza proprio da parte di Paolo Tizzani e Elena Foresti. Marito e moglie, in sostanza, secondo quanto trapela avrebbero sminuito o negato oppure rivisto sotto un’altra ottica le dichiarazioni rese a verbale nel 2016, in particolare quelle inerenti ai rapporti di coppia tra Antonio Tizzani e Gianna Del Gaudio. I litigi tra loro e le ripetute (presunte) azioni violente dell’uomo nei confronti della moglie radicalmente ridimensionati.
«Spesso era mamma che provocava papà»: il figlio di Tizzani ridimensiona le accuse al padre
Paolo infatti in aula avrebbe detto: “Erano felici. Andavano d’amore e d’accordo”. “A volte capitava che discutevano, ma spesso era mamma che provocava papà parlando di un altro uomo solo per vedere la sua reazione e sentirsi desiderata”. Quando il pm ha chiesto spiegazioni sui litigi e i maltrattamenti subiti dalla madre, di cui fu lui a parlare subito dopo il delitto, il testimone si sarebbe contraddetto. Paolo avrebbe anche negato quanto asserito nel 2016, ovvero di avere assistito di persona alla scena della madre presa per i capelli dal padre.
Anche sua moglie Elena, quando ha preso parola, avrebbe ridimensionato le sue vecchie dichiarazioni. E addirittura rivelato di avere mentito all’epoca del delitto su molti aspetti della vicenda, e ingigantito la questione delle liti e delle aggressioni fisiche del suocero nei confronti della moglie. La donna avrebbe appunto ammesso di “aver ingrandito le cose quando era stata sentita dai carabinieri. Si è trattato di una sola sberla. Gianna non mi ha mai detto che copriva i lividi sulle braccia”.
Tre intercettazioni che mettono nei guai Tizzani: sono la confessione del delitto?
Durante l’udienza ha testimoniato anche il luogotenente del Reparto operativo dei carabinieri di Bergamo, che svolse le indagini. Ha parlato di tre intercettazioni ambientali molto compromettenti fatte sull’auto dell’imputato. Le parole intercettate mentre l’uomo si trovava alla guida della sua vettura, per l’accusa sarebbero da considerarsi una sorta di sfogo-confessione: “Scusami per quello che ti ho fatto“, “Ho ucciso un angelo“ e “Ho ammazzato mia moglie“. Potrebbe interessarti anche —> Gianna Del Gaudio processo, il marito intercettato: «L’ho uccisa io»