La morte di George Floyd ha fatto aprire il vaso di Pandora delle ingiustizie americane. Dopo la sua tragica uccisione da parte di un agente di polizia, indifferente di fronte alle sue richieste di aiuto, gli USA hanno iniziato a manifestare. E ora stanno emergendo sempre più nomi di vittime della cosiddetta giustizia a stelle e strisce. In contemporanea alle proteste in America, infatti, è spuntato fuori un altro video che testimonia la violenza della polizia nei confronti di un afroamericano. Questa volta la vittima si chiama Maurice Gordon, aveva solo 28 anni e quando è stato ucciso era disarmato.
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Proteste in America nuovo video, Maurice Gordon è stato ucciso due giorni prima di George Floyd
E’ la stessa trama che si ripete continuamente. Ma finalmente l’America ha deciso di dire basta. Questa volta la storia da raccontare è quella di Maurice Gordon, l’ennesimo afroamericano ucciso per mano della polizia. Il tutto dimostrato da un video. Dopo averlo fermato per eccesso di velocità, in New Jersey, un agente chiede a Gordon di sedersi nella propria gazzella in attesa del carro attrezzi che avrebbe portato via la sua auto danneggiata. Durante l’attesa Gordon viene invitato a sedersi per sicurezza sul mezzo della polizia e nulla fa pensare al peggio. Al giovane vengono offerti una mascherina e un passaggio.
Dal video, si vede che dopo circa venti minuti l’uomo avrebbe tentato di sedersi al posto di guida per due volte. A quel punto l’agente ha prima utilizzato lo spray urticante, poi l’ha tirato fuori dall’auto e durante la collutazione ha scaricato sei colpi di pistola.
https://www.youtube.com/watch?v=F86YR4BiMMs
Proteste in America nuovo video, le immagini riprese dalla telecamera sul cruscotto della gazzella
Tutto questo è successo solamente due giorni prima del caso George Floyd. Il poliziotto è stato sospeso, ed è ancora in attesa dell’esito dell’indagine. L’accaduto è stato totalmente ripreso dalla videocamera posizionata sul cruscotto del veicolo della polizia, e le immagini sono state diffuse dall’Attorney General del New Jersey che sta indagando sul caso. Il video dura circa 30 minuti, e lì si vede che prima di scendere dall’auto della polizia, Gordon rimane seduto per circa 20 venuti. Quando si toglie la cintura di sicurezza e decide di uscire dalla vettura, inizia ciò che si concluderà con la sua morte.
Dopo la sparatoria, l’agente comunica via radio e chiede l’intervento di un’ambulanza. Agli inquirenti, secondo il New York Daily News, dice di aver creduto che Gordon volessere prendergli la pistola e l’auto. Ora il poliziotto è in congedo retribuito: “Non riesco a mangiare, non riesco a dormire, voglio solo risposte su quello che è successo a mio figlio alle 6:30 del mattino”, ha detto la madre di Gordon in un’intervista al Wall Street Journal.
So to honor George Floyd, Nancy Pelosi and Democrat Leaders assumed the exact position that was used to murder him for the exact amount of time required to murder him?
God has blinded them. No one is this stupid naturally. pic.twitter.com/5SKIuQ0JgN
— Bill Mitchell (@mitchellvii) June 9, 2020
I Democratici chiedono più giustizia
Gli esponenti democratici ieri sono rimasti per otto minuti e 46 secondi in ginocchio all’Emancipation Hall del Campidoglio. Otto minuti e 46 secondo, lo stesso tempo in cui il poliziotto di Minneapolis ha tenuto il ginocchio premuto sul collo di Floyd. In silenzio, i dem si sono presentati con dei dettagli delle tradizioni africane, e hanno espresso la loro solidarietà verso tutta la comunità. Non solo: hanno anche presentato un pacchetto di drastiche riforme della polizia con cui permettere di affrontare e ridurre la violenza. All’interno si trovano varie proposte avanzate dal Congressional Black Caucus, come la messa al bando della stretta al collo e l’istituzione di un database nazionale per raccogliere tutti i comportamenti corretti della polizia.
Quando ha presentato la proposta, Nancy Pelosi ha sottolineato come questo “momento di angoscia nazionale si sta trasformando in un movimento di azione, mentre gli americani manifestano pacificamente in tutto il Paese chiedendo di mettere fine all’ingiustizia”. Perché il punto è proprio questo: riuscire a sconfiggere un’ingiustizia che ha radici profondissime nel sistema delle forze dell’ordine americane. E’ un problema sistemico, e può essere superato solamente con una rivoluzione totale. Con un cambiamento strutturale. >>Tutte le notizie di UrbanPost