“Le sanzioni avranno un effetto devastante sulla Russia. Putin ha fatto il passo più lungo della gamba“, ha commentato con soddisfazione l’economista Vladimir Milov che, per anni, ha tentato di spiegare all’Occidente la vera natura del regime russo. “Sarebbe stato meglio che le sanzioni fossero partite prima della guerra”, ha poi sottolineato. Secondo il consigliere di Alexei Navalny, ora Putin non solo “è davanti a una crisi economica che sarà peggiore di quella del 1991”, ma ha anche a disposizione “riserve per due settimane. Poi dovrà fermarsi”.
Milov e l’invasione russa: “Putin ha finito per credere alla sua propaganda”
“Putin ha finito per credere alla sua propaganda. Lui e i suoi uomini non si aspettavano una risposta così totale dell’Occidente. Che ora ci ha preso gusto, e non si fermerà più”, ha dichiarato Milov a La Stampa in un’intervista di Anna Zefesova. Per il consigliere, però, Putin e i suoi ancora non si sono resi conto della potenza delle sanzioni che gli sono state scagliate contro. “Stanno ancora digerendo l’accaduto. Non hanno capito che la Russia è piombata in una crisi economica peggiore di quella del 1991. Diamogli altre due o tre settimane per comprendere la realtà: non ha le risorse per proseguire la guerra. Dovrà trovare un modo per ritirare le truppe presentandola come una vittoria. Sappiamo che in 20 anni non ha mai ammesso di essere stato sconfitto. Non sarà facile”. E nessuno avrà il coraggio di dirglielo, di farlo ragionare a riguardo.
“Dovrà capirlo da solo. Tutti i suoi collaboratori hanno troppa paura. Ha eliminato da tempo tutti quelli che potevano dirgli di no, e gli altri sono terrorizzati dall’Fsb, che li intercetta. Se anche soltanto due persone si dicono che è arrivato il momento di farlo fuori, lui lo saprà. Figuriamoci se la cerchia dei ribelli si allarga a tre o più congiurati”. Sebbene già oggi ci siano alcuni dissensi tra gli oligarchi che l’hanno sempre appoggiato, questo sembra ancora non preoccupare sufficientemente Putin. “Non li prende sul serio. Bisogna aspettare che ad accorgersi che i soldi stanno finendo siano i suoi “siloviki”, i militari e l’Fsb. Purtroppo il livello della sua classe dirigente è abbastanza basso, l’impressione è che chi sta fuori sappia dello stato penoso dell’economia e delle forze armate più di lui”, ha affermato senza giri di parole il consigliere di Navalny.
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Milov: “Putin non ha ancora capito quanto saranno pesanti le sanzioni”
Per giustificare la crisi, ha sottolineato Milov, ora daranno colpa alle sanzioni. Nonostante questo, però, “Putin non è completamente folle. Ha un istinto di sopravvivenza. E i suoi uomini vogliono sopravvivere”, ha ribadito. Per l’economista, tra l’altro, l’Occidente si sta comportando esattamente come dovrebbe: “I fronti dove si combatte sono quattro. Il primo è la resistenza dell’Ucraina all’avanzata russa. Il secondo è la reazione del mondo, il fronte delle sanzioni. Il terzo è la rivolta della società russa. E solo il quarto, in ordine di importanza, è una rivolta interna alla élite putiniana”. Le proteste in Russia stanno avvenendo, ma vengono continuamente anche placate con l’arresto dei manifestanti. “Ora sono tante, e aumenteranno insieme alle vittime russe sul campo e al prezzo economico. Molti russi cercavano di evadere dalla repressione politica nel consumismo, nella vita privata, ma non è più possibile. A protestare oggi sono loro”.
Putin tenterà di sopprimere le proteste, ma “non si può reprimere un popolo per sempre. L’abbiamo visto anche sotto il comunismo”. Infine, non si può escludere la possibilità che la Russia capisca di non riuscire a invadere conquistare l’Ucraina, e quindi possa prendere la decisione di distruggerla. “E’ possibile, ma questo non farebbe altro che incrementare la pressione dell’Occidente. Anche sulla Cina. La guerra, e la compattezza del fronte occidentale, ha messo in difficoltà Xi Jinping. Un’invasione di Taiwan oggi è diventata impossibile”, ha dichiarato in conclusione Milov. >> Tutte le notizie di UrbanPost