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Caso Navalny, Putin: “Non lo abbiamo avvelenato, chi ha bisogno di lui?”

17/12/2020 15:19 - Aggiornamento 17/12/2020 15:25

Vladimir Putin liquida le nuove accuse rivolte a lui ed al suo governo per l’avvelenamento di Alexei Navalny, affermando che si tratta di speculazioni di stampa sensazionalistica. “Non sono una sorpresa”, ha detto il presidente russo nella sua  conferenza stampa annuale, aggiungendo che ci sono sempre stati questi attacchi contro la Russia da parte dei media occidentali. In un video postato su YouTube all’inizio della settimana il dissidente Alexei Navalny ha affermato che una squadra di agenti clandestini dell’Fsb (i servizi segreti russi, ndr) ha tentato di ucciderlo, avvelenandolo, con il via libera del “livello più alto del Cremlino”.

Putin su Navalny: “Non lo abbiamo avvelenato. Chi ha bisogno di lui?

“Non lo abbiamo avvelenato. Chi ha bisogno di lui? Se qualcuno avesse voluto farlo, avrebbe portato a termine il lavoro”, ha affermato Vladimir Putin denunciando il risultato dell’inchiesta congiunta fra Bellingcat, the Insider e lo stesso Aleksei Navalny, come “riciclaggio di materiale delle agenzie di intelligence americane”, un modo per “screditare la Russia”. Lo stesso “paziente dell’ospedale di Berlino (Putin non usa mai il nome di Navalny, ndr) è sostenuto dai servizi americani, ha aggiunto.

“Come se non sapessimo che tracciano gli spostamenti. I nostri servizi lo sanno. Lo tengono d’occhio, ma questo non significa che lo abbiamo avvelenato. Quando sua moglie me lo ha chiesto, ho immediatamente autorizzato il suo trasferimento in Germania”, ha quindi sottolineato Putin.

Il presidente russo ha detto di essere stato informato del rapporto di Bellingcat, sito web di giornalismo investigativo fondato dall’ex blogger inglese Elliot Higgins, che accusava l’FSB di aver inviato una squadra di sicari per avvelenare Navalny con un agente nervino simile a quello usato a Salisbury nel 2018.

L’inchiesta indipendente di Bellingcat secondo Putin è “la legalizzazione dei materiali delle agenzie di intelligence americane”

Nella prima reazione pubblica del Cremlino alle accuse di aver attentato alla vita di Navalny, Putin ha accusato le agenzie di intelligence statunitensi di aver fatto trapelare informazioni sul caso. Ha anche definito Bellingcat “una copertura per le agenzie di intelligence straniere”. “Non è un’indagine – ha detto Putin – è la legalizzazione dei materiali delle agenzie di intelligence americane”.

L’indagine Bellingcat ha utilizzato i dati del telefono cellulare di Navalny e altri dati personali per identificare e rintracciare otto agenti dell’FSB che lo seguivano, fino all’attacco. Ha fornito anche la prova dei legami dei menzionati agenti del servizio segreto con un’agenzia di armi chimiche. Le recenti indagini sui servizi di sicurezza russi hanno dimostrato che la sicurezza dei dati è diventata una questione urgente di sicurezza nazionale per il Cremlino. >> Le notizie dall’estero