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Seconda dose booster, Vaia svela cosa sta per cambiare: scenario autunno

16/05/2022 11:38 - Aggiornamento 16/05/2022 11:42

Quarta dose (o seconda dose booster), cosa ci aspetta in autunno? In un’intervista concessa a «Libero Quotidiano», Francesco Vaia, il direttore dell’istituto nazionale Spallanzani di Roma, ha spiegato cosa potrebbe accadere dopo l’estate e in che modo potrebbe cambiare la campagna vaccinale contro il Covid-19. «Negli Stati Uniti sono in corso delle sperimentazioni e, a giugno, dovremmo aver i risultati circa il vaccino aggiornato contro il coronavirus. Così potremmo allestire la nuova vaccinazione già a partire dall’autunno di quest’anno», ha svelato l’esperto. Vaia ha detto di riferirsi a fiale «codificate per la proteina Spike che è mutata in base alle varianti che, attualmente, stanno circolando».

Vaia

Seconda dose booster, Vaia svela cosa sta per cambiare: scenario autunno

Di fronte alle varianti 4 e 5 di Omicron ha senso sottoporsi alla quarta dose (o seconda dose booster) che era stata calibrata per il ceppo originario di Wuhan? «Ha sicuramente senso parlare di una seconda dose booster per le persone altamente fragili e per gli immunodepressi, che poi sono quelli per cui la campagna vaccinale è già iniziata. Ma purtroppo procede alquanto a rilento. Per il momento si è vaccinato solo il 10% della popolazione target e appena il 23% degli immunodepressi. Per loro, che sono ad almeno quattro mesi dalla prima dose booster, il rischio attuale è ancora troppo alto», ha dichiarato il professor Vaia. Le persone che non hanno particolari problemi di salute possono star tranquilli: «Le ultime subvarianti della variante Omicron sono già arrivate in Italia e i dati di sorveglianza ci dicono che per ora si assestano su una presenza inferiore all’1%», ha detto. Vaia non ha negato che le nuove varianti siano particolarmente contagiose, ma «è verosimile che, come sta già avvenendo in Sudafrica, sostituiranno quelle precedenti. Ciò non dovrebbe rappresentare un problema. Soprattutto se avremo quei vaccini emendati che abbiamo ricordato poco fa. Tra l’altro la patogenicità, ovvero la capacità di generare una malattia grave, sembra la stessa della Omicron originaria. Vuol dire che è abbastanza bassa nella popolazione vaccinata, decisamente più bassa di quella che abbiamo conosciuto nelle ondate precedenti», ha chiarito.

quarta dose

Dovremmo fare tutti il richiamo dopo l’estate?

In autunno tutti dovremmo fare un nuovo richiamo di vaccino? «Va considerata una priorità per i soggetti fragili, gli anziani e gli immunodepressi. Oltre che per le persone più esposte, come gli addetti ai servizi essenziali. La protezione immunitaria sta scendendo in tutta la popolazione a mano a mano che ci si allontana dalla prima dose booster. Quindi, sì: può essere ragionevole pensare a un richiamo annuale, magari da collocare in autunno, contestualmente alla vaccinazione anti-influenzale», ha spiegato Vaia. Sul finale il direttore dello Spallanzani si è lasciato andare ad un pronostico sull’andamento della situazione epidemiologica in estate: «Avremo una riduzione dei casi, come in passato. Ma non dimentichiamo che le varianti attuali sono molte più contagiose del virus ancestrale. Quindi manteniamo un atteggiamento responsabile». Leggi anche l’articolo —> Omicron 4 e 5, cosa hanno di diverso rispetto alle altre varianti: perché preoccupano

Vaia

 

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