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Quarta ondata Covid: per il virologo Pregliasco dobbiamo preoccuparci, per Cartabellotta (Gimbe) no

22/11/2021 12:12

Quarta ondata Covid in Italia, dobbiamo preoccuparci davvero oppure no? E’ la domanda che ci facciamo tutti in questo momento, con i casi in crescita moderata ma costante, così come i ricoveri di persone positive al virus. Ma i pareri degli “esperti” sono, ancora una volta, contrastanti. Una musica cui ormai siamo abituati da quasi due anni. Eccone due, autorevoli ma piuttosto divergenti. (Continua a leggere dopo la foto)

quarta ondata covid in italia

Quarta ondata Covid in Italia, Cartabellotta (Gimbe): “Aumentano i casi ma l’impatto sugli ospedali non è enorme”

“Aumentano i casi ma l’impatto sugli ospedali non è enorme. Io sarei per l’obbligo vaccinale più che per il super Green pass. Il numero dei nuovi vaccinati sta aumentando, c’è ancora margine convincerne altri”. E’ in sintesi quel che pensa Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Cartabellotta con la sua fondazione fin da inizio pandemia fornisce una puntuale analisi dei numeri dell’emergenza sanitaria, basandosi sui dati ufficiali del ministero della Salute. “I numeri dei casi stanno aumentando in maniera importante, da 2500 casi settimanali siamo passati a oltre 10mila”, ha affermato il medico. “Però è importante notare che a fronte di questo aumento non abbiamo avuto un enorme impatto sugli ospedali”. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Questa è la dimostrazione – ha proseguito il presidente Gimbe – che la protezione offerta dai vaccini soprattutto sulla malattia grave sta funzionando in maniera egregia. Sappiamo che dopo 6 mesi la protezione inizia a diminuire, dobbiamo riuscire a convincere gli indecisi che non hanno fatto nemmeno una dose e accelerare con le terze dosi. Nelle ultime settimane sta aumentando il numero di nuovi vaccinati, questo vuol dire che c’è ancora un margine e questo margine potrebbe essere ancora più ampio se si mettessero in campo alcune strategie”. Allude chiaramente all’introduzione dell’obbligo vaccinale, inizialmente per alcune categorie più esposte, come sta per decidere il governo. (continua a leggere dopo la foto)

Per il virologo Pregliasco invece “dobbiamo preoccuparci”

“Dobbiamo preoccuparci, nel senso che l’Rt che è a 1.21 ed è l’elemento che ci inquieta. C’è un crescita lineare e progressiva che ci permette di gestire incremento dei casi. Tutto intorno a noi c’è una situazione non piacevole, guardiamo alla Slovenia e alla Austria che sono al confine e messe peggio. La situazione non può non preoccuparci, servono ora contromisure”. Così il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano, ospite di Agorà su RaiTre.

“I vari modelli matematici ci dicono che per l’Italia intorno a Natale ci saranno 30mila casi. Non sono tantissimi grazie a vaccinazioni e si può considerare che non sarà stravolto tutto il sistema sanitario come accaduto nelle precedenti ondate”, conclude Pregliasco. “Abbiamo un 10% di popolazione vaccinabile sopra i 12 anni che non si immunizza e abbiamo i bambini sotto i 12 anni che sono un 10% della popolazione totale che non si può vaccinare. Oggi però la variante Delta li coinvolge di più. Sarà anche lì una scommessa per avvicinare i genitori alle vaccinazioni”.