Quarta ondata in Italia Ultime Notizie – Come ogni lunedì il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, in onda Radio Cusano Campus, per fare il punto sull’emergenza Covid nel nostro Paese. L’esperto si è guardato bene dal creare inutili allarmismi. Sull’aumento dei contagi si è espresso in queste ore anche Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e medicina preventiva, consigliere del ministro della Salute Speranza.
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Quarta ondata in Italia, Cartabellotta: «Modesto impatto». La verità sull’aumento dei contagi
«Più che di quarta ondata parlerei di risalita dei casi, con modesto impatto in ambito ospedaliero», ha esordito Nino Cartabellotta. «Sul fatto che ci sia un incremento importante dei casi non ci sono dubbi, sta avvenendo in tutta Europa. In Italia l’impatto dell’aumento dei casi sugli ospedali è quantitativamente inferiore rispetto al periodo in cui non c’erano i vaccini. Ed è anche meno grave perché l’incremento maggiore è stato in area medica, non in terapia intensiva. Attenzione però a mantenere tutte le precauzioni, come l’utilizzo della mascherina, per evitare un’ulteriore incremento della circolazione del virus», ha dichiarato nell’intervista radiofonica il medico.
«Diverse regioni hanno smantellato gli hub, bisogna riorganizzarsi», l’osservazione del presidente della Fondazione Gimbe
Cartabellotta dopo aver fatto una fotografia della situazione epidemiologica ha speso qualche parola sui vaccini: «In questo momento abbiamo due criticità fondamentali. La prima è legata al fatto che, ad oggi tra la popolazione vaccinabile, le persone che non hanno fatto il vaccino sono oltre 7 milioni di cui circa 2,7 milioni sono over 50. Ho l’impressione che tra esenzioni e zoccolo duro, non si riuscirà ad andare oltre i 15-20mila nuova vaccinati al giorno. Questa rimane una criticità in vista dell’inverno. La seconda criticità è legata alle terze dosi. Noi abbiamo una terza dose che di fatto è dedicata alle persone immuno-compromesse, che sono una platea fissa. Umbria e Toscana hanno utilizzato il meccanismo di chiamata attiva e sono ad una copertura molto ampia, altre invece hanno utilizzato il meccanismo di prenotazione volontaria e sono più indietro».
Per questo, a detta del presidente della Fondazione Gimbe, «è importante che ci si allinei sul meccanismo di chiamata attiva. Il problema fondamentale però è che adesso stiamo ricominciando un vero e proprio giro di campagna vaccinale. Man mano che passano 6 mesi dalla seconda dose per gli anziani. Siccome diverse regioni hanno smantellato gli hub, bisogna riorganizzarsi. Entro la fine dell’anno le dosi booster ammontano a circa 12 milioni», ha concluso l’esperto.
Quarta ondata in Italia, Ricciardi: «Dipende da noi far sì che non diventi impetuosa»
Chi invece ha usato l’espressione “quarta ondata” è stato a «SkyTg24», Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e medicina preventiva, già presidente dell’Iss e consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19. «Dipende da noi far sì che non diventi impetuosa come in altri Paesi», ha rimarcato Ricciardi. «Se continueremo a usare protezioni, faremo le terze dosi e gestiremo bene il testing e tracciamento nelle scuole in maniera adeguata, resterà un’ondata piccola e non travolgente come accade in altri Paesi», ha dichiarato il presidente dell’Iss. «In tutto il mondo la circolazione del virus aumenta, per 3 motivi: il freddo che porta a stare in luoghi chiusi e più assembrati, la mancata copertura vaccinale di percentuali importanti della popolazione, non è il caso dell’Italia ma ad esempio vediamo in Paesi dove c’è un strage in corso, come Bulgaria e Romania, in cui si arriva a stento al 30% di copertura», ha detto Ricciardi.
Le possibili correzioni al Green Pass
Ma c’è anche un’altra ragione e non è meno importante delle altre: «La parziale attenuazione della protezione vaccinale per persone vaccinate oltre 6 mesi fa e con questa variante estremamente contagiosa, iniziano a infettarsi. Se poi a questo si aggiunge il fatto che ci muoviamo di più, usiamo meno mascherine e stiamo meno attenti alla distanza di sicurezza perché siamo tutti stanchi, si capisce come questi elementi insieme facciano rialzare l’ondata epidemica», ha chiarito l’esperto.
Sempre Ricciardi ha specificato che in Italia non abbiamo bisogno di un modello austriaco con lockdown per non vaccinati, ma «col passare del tempo dovremmo pensare alla correzione del Green pass». Il motivo? Presto detto: «Ora il Green pass si ha anche con tampone antigenico ma questo presenta un 30% di falso negativo e dà falso senso di sicurezza. Specie con la variante Delta, se si entra con un test falso negativo in luogo dove ci sono persone suscettibili, l’infezione si verifica», ha spiegato il consigliere del ministro della Salute Speranza. Leggi anche l’articolo —> Contagi in aumento, il nuovo piano di Speranza: Green Pass non basta più