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Quirinale, cosa succede dopo che Silvio Berlusconi si è ritirato dalla “corsa”

23/01/2022 16:55 - Aggiornamento 23/01/2022 16:59

Quirinale ultime notizie, cosa succede dopo il ritiro della candidatura di Silvio Berlusconi? Domani lunedì 24 gennaio 2022 inizieranno ufficialmente le operazioni per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, ma lo scenario in cui si svolgerà la delicata partita politica è tutto eccetto che stabile. (Continua a leggere dopo la foto)

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Quirinale ultime notizie, lo scenario più probabile: Draghi presidente della Repubblica e un nuovo premier “politico”

Il ritiro della candidatura da parte di Silvio Berlusconi, peraltro atteso e previsto più nel “suo” centrodestra che non tra le altre forze politiche, mette di fronte ad un bivio gli alleati del Cavaliere. O scegliere un altro candidato di bandiera, con l’obiettivo di prendere tempo, o puntare da subito su un candidato condiviso che possa unire e non dividere gli schieramenti.

A dire il vero, questo candidato c’è già e risponde al nome di Mario Draghi. Sappiamo che è gradito praticamente a tutto lo schieramento politico, persino a Giorgia Meloni che certamente lo vedrebbe meglio al Quirinale che a Palazzo Chigi. Sappiamo anche che il suo posto a Palazzo Chigi sarebbe subito occupato da una figura politica: tutti i “rumors” che arrivano dai partiti più importanti nell’attuale maggioranza di governo (Lega e Pd) lasciano intendere che se lui lasciasse andrebbe così. Chi sarà è ancora presto per dirlo, ma c’è più di un nome autorevole da ambo le parti.

Questo scenario, tuttavia, pone un problema. Questo asse tra i due partiti principali potrebbe rompere il precario equilibrio della maggioranza Draghi con conseguenze ancora difficilmente calcolabili. Un nuovo governo? Draghi che resta premier? O ancora, elezioni anticipate?

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Lo scenario più improbabile: Mattarella bis e Draghi… ancora presidente del Consiglio

Berlusconi si è ritirato e sgombra il campo a destra. Ma di candidature forti (seppur divisive) come la sua da quella parte non ce ne sono. E’ anche difficile trovare la quadra su un nome condiviso che riesca ad essere anche autorevole, per storia politica e legame con le istituzioni. Quindi se Draghi venisse “obbligato” a restare a Palazzo Chigi per non infrangere il delicato equilibrio della maggioranza che sostiene il governo, come trovare la quadra per il Quirinale?

La soluzione che mette tutti d’accordo in realtà esiste da parecchio tempo ed è quella che vuole un secondo mandato per Sergio Mattarella. Mette tutti d’accordo eccetto… il diretto interessato. E’ noto a tutti il volere dell’attuale inquilino del Quirinale di non restare per altri sette anni al Colle, ribadito anche nell’ultimo discorso di fine anno da presidente in carica. Quindi, si tratta di uno scoglio insuperabile. Qualcuno o qualcosa potrebbe convincere Mattarella ad accettare una rielezione?

Quirinale, trattative sul nome comune: Draghi resta sullo sfondo

Se la situazione dovesse precipitare, con il Parlamento in seduta comune per giorni incapace di eleggere un suo successore, siamo certi che il Presidente uscente, da uomo di Stato come è sempre stato, metterebbe da parte le ragioni personali per quelle istituzionali e accetterebbe di restare al suo posto al Quirinale. Ma si tratta di uno scenario, al momento, davvero poco probabile.

E’ invece più probabile che uno scenario liquido come l’attuale porti ad esiti inaspettati. Quali? Un outsider come presidente della Repubblica e un premier diverso da Draghi. Insomma, cambiare tutto per non cambiare niente, perché le elezioni politiche sarebbero rimandate al 2023, alla scadenza naturale della legislatura.

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