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Recovery Plan, tutti contro Conte: il PD chiede di riscrivere da zero il documento

28/12/2020 12:23

Arrivati alla fine dell’anno, non si può che parlare di Recovery Plan. E secondo Nicola Zingaretti, bisogna ripartire da capo: riscrivere tutto, rivedere ogni singola riga. Contestualmente, tagliare in modo drastico il tema dalla crisi di governo che, al contrario, non va nemmeno considerata. Perché l’esecutivo deve rimanere intatto, e andare avanti così com’è. Chissà, forse questi sono i buoni propositi del Partito Democratico per l’anno nuovo, visto che è passato da parlare di rimasto o addirittura dal proporre il doppio premier, a considerare perfettamente in linea con le esigenze una maggioranza che non fa altro che mettersi i bastoni fra le ruote su ogni singolo argomento. Visto il momento, poi, rimane da capire come si faccia a pretendere di modificare l’intero documento entro tempi record.

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Recovery Plan, Zingaretti vuole cambiare tutto

Quindi secondo il dem Zingaretti il Recovery Plan è tutto da rifare. E bisogna lasciar da parte la crisi di governo a cui inneggia Matteo Renzi, perché l’esecutivo c’è e deve rimanere in carica. Deve vincere la battaglia contro il Coronavirus, soprattutto agli occhi dell’Europa. Pare che sia proprio questo il fulcro del discorso che il Partito Democratico presenterà oggi al presidente del Consiglio. Cambiare fin dall’impostazione la bozza scritta dai suoi uffici, senza però mettere in discussione il governo. Ma c’è un’altra parte di maggioranza che, però, non la fa così facile. Ed è quella di Italia Viva. Matteo Renzi non ha intenzione di escludere niente: se non arriveranno le risposte che si aspettano, non si farà problemi a iniziare la sua battaglia per far cadere il governo.

“Dalla parte nostra non c’è alcuna volontà di rompere a prescindere, non faremo polemiche pretestuose né ideologiche. Però vogliamo un dibattito vero, da una discussione di merito non si scappa: noi porremo 50 questioni e loro dovranno dirci, su ciascuna, da che parte stanno. Poi toccherà a Conte fare una sintesi“, ha ribadito Renzi. Sempre che Conte ne sia in grado, avrebbe forse voluto aggiungere. Anche perchè Italia Viva sta letteralmente sparando sulla folla con i temi da discutere: siamo passati dalle feste di Natale alle riaperture, dal Recovery Plan allo Ius culturae per chi viene in Italia a studiare, ora inserito proprio in cima alla lista delle richieste.

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Recovery Plan, le richieste di Italia Viva

E quindi così inizia non solo la battaglia da condurre di fronte a tutto il Paese, ma anche il countdown. Oggi, dopo aver lasciato il suo piano al Presidente, Renzi illustrerà il documento anche in Senato. Si tratta di trenta lunghe pagine di rilievi e di proposte. Sono stati inseriti i 3,7 miliardi destinati al dissesto idrologico che vanno portati a 8, il Mes, da attivare per liberare i 9 miliardi stanzianti sulla Sanità, “l’assoluta mancanza di progetti per i giovani”. Poi ancora la cyber security, la cabina di regia guidata dai manager scelti da Conte con poteri sostitutivi e in deroga. Praticamente Renzi e suoi hanno messo insieme tutti i nodi di cui si è discusso nelle ultime settimane, e ora pretendono una risposta. Veloce, anche.

Qui si inserisce pure Zingaretti che, appunto, non ha intenzione di accettare la bozza sul Recovery Plan ricevuta la scorsa settimana. E’ troppo generica, va riscritta dall’inizio. In un modo ben preciso, tra l’altro: secondo il PD il Recovery Plan non può essere una sommatoria di progetti inviati dai vari ministeri e raccolti un po’ distrattamente. Al contrario, deve indicare un modello di sviluppo in totale discontinuità con quello attuale. Inoltre, occorre effettuare una verifica dell’impatto di tutti progetti nel loro insieme in termini sul tessuto economico, sociale e produttivo del Paese.

E’ necessario quindi misurare le ricadute in termini di occupazione, riduzione dell’inquinamento, velocizzazione della pubblica amministrazione attraverso il digitale, competitività delle imprese. Soprattutto, bisogna porre l’attenzione alla riforma del mercato del lavoro e del fisco, alle politiche per la disabilità, alla parità di genere e, in particolare, anche al Mezzogiorno.

dpcm natale 2020 conte

Deadline: 6 gennaio 2021

In tutto questo, mancano ancora anche i documenti del Movimento 5 Stelle e Di Liberi e Uguali. Questo significa che il Premier potrebbe essere costretto a riscrivere totalmente il Recovery Plano entro… Tre giorni. In ogni caso, Conte quindi dovrà riuscire a far quadrare almeno i conti politici entro la fine dell’anno, tentando di accontentare un po’ tutti. Se non ci riuscirà, potrebbero essergli concessi solamente altri sei giorni prima che scatti la crisi di governo. Il giorno dell’Epifania, infatti, potrebbe essere la sua deadline. Insomma: buon anno nuovo, Presidente. >> Tutte le notizie di UrbanPost

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