Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario con le norme sullo stop al cosiddetto meccanismo delle porte girevoli. Prima del Cdm, durato oltre un’ora e mezza, si è tenuta una riunione tra il premier e i capidelegazione: Draghi ha, infatti, voluto riunire i rappresentanti della maggioranza, assieme alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, per superare i dissidi e le incertezze dei partiti.
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Via libera dal Cdm alla riforma del Csm, cosa prevede
Alle 15 circa è cominciata la conferenza stampa con la quale il premier Mario Draghi e i ministri Cartabia e Franco hanno spiegato in cosa consiste la riforma del Csm. “È stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa grazie anche alle numerose interazioni con i partiti e il ministro Cartabia e il sottosegretario Garofoli. C’è stata condivisione della riforma e delimitazione delle aree con differenze di vedute e impegno ad adoperarsi con i capigruppo per avere priorità assoluta in Parlamento entro l’elezione del nuovo Csm”, ha detto il presidente del consiglio.
“La riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm era ineludibile”, quali sono le principali novità
“La riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm era ineludibile per la scadenza a luglio del Consiglio ora in carica, ma anche per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità”, ha detto il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. E ancora: “Abbiamo messo mano al sistema elettorale” del Csm e “riscritto il capitolo delle porte girevoli per i magistrati che entrano in politica”. La ministra ha sottolineato che è stato “modificato in modo incisivo le modalità di nomina del Csm e dei vertici apicali per evitare nomine a pacchetto e accordi non virtuosi”. La Cartabia ha spiegato che la riforma “era dovuta ai tantissimi magistrati che lavorano silenziosamente ogni giorno e lo dobbiamo ai cittadini, che hanno diritto a recuperare la piena fiducia nei confronti della magistratura”. Un modo per far riacquistare credibilità, come ha sentenziato la stessa ministra della Giustizia.
La bozza della Riforma del Csm
Cosa dice dunque la bozza della riforma del Csm? Il Consiglio superiore della magistratura torna ad essere composto da 30 membri (3 di diritto: presidente della Repubblica; primo presidente di Cassazione; procuratore generale Cassazione; 20 togati; 10 laici) 20 togati (2 legittimità; 5 pm; 13 giudicanti). I magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno svolto incarichi apicali nei ministeri o compiti di governo non elettivi, al termine di queste esperienze, non potranno svolgere funzioni giurisdizionali per tre anni. Quello che sarà il loro futuro sarà individuato dai rispettivi organi di autogoverno. Stesso discorso per i magistrati che si sono candidati in politica ma non sono stati eletti. Nella bozza è anche precisato che i magistrati, che hanno ricoperto cariche politiche elettive, alla fine del mandato siano “collocati in posizione di fuori ruolo presso il ministero di appartenenza oppure, per i magistrati amministrativi e contabili, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero siano destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti”. Leggi anche l’articolo —> Chi è Marta Cartabia, il ministro della Giustizia: carriera e vita privata