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Riforma delle pensioni, Draghi archivia Quota 100. Le possibili alternative (e i paletti alla Lega)

23/10/2021 12:46 - Aggiornamento 23/10/2021 13:14

Riforma Pensioni Draghi ultima ora – «Quota 100 è oggetto di discussione della legge di bilancio, che presenteremo la settimana prossima. Io ho sempre detto che non condividevo Quota 100: ha una durata triennale e non verrà rinnovata». Con queste poche parole il presidente del Consiglio Draghi, replicando alla domanda di un giornalista a Bruxelles, nella conferenza stampa allestita dopo il Consiglio europeo, ha messo una pietra tombale sul cavallo di battaglia della Lega. «Quello che occorre fare ora è assicurare gradualità nel passaggio alla normalità. Occorre essere graduali», ha chiarito il premier. Quale sarà dunque il post Quota 100? Sul tavolo del ministro dell’Economia Franco ci sono varie opzioni. 

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Riforma delle pensioni, Draghi archivia Quota 100, quali le alternative. Salvini: “No alla legge Fornero”

Come potrebbe cambiare l’uscita anticipata dal lavoro? Si parla di Quota 102 nel 2022 e nel 2023 e del passaggio a Quota 104 nel 2024. O un meccanismo più graduale, con Quota 102 nel 2022, Quota 103 nel 2023, Quota 104 nel 2024. Ed è già iniziato il braccio di ferro tra Lega e governo, ma Draghi pare abbia già fissato due “paletti”: allontanarsi dal sistema delle quote, più volte bocciato anche dall’Europa, e non far aumentare le risorse ad ora previste per le pensioni in legge di bilancio. Si parla di 600 milioni di euro soltanto nel 2022. Per un totale di un miliardo e mezzo di euro da spalmare nei prossimi tre anni. La Lega, come ricorderete, all’ultimo Consiglio dei ministri, aveva espresso una “riserva politica” proprio sulla riforma delle pensioni. 

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I “paletti” del presidente del consiglio alla Lega

Stando ad un retroscena dell’Adnkronos, fonti di governo hanno riferito che “proprio per evitare incidenti e non scontentare una Lega ‘nervosa’, l’esecutivo starebbe cercando risorse aggiuntive da inserire in manovra. Un miliardo in più che, aggiunto all’1,5 mld già nel Dpb, consentirebbe soluzioni più digeribili per il Carroccio”. Tra queste, quella sulla quale spingerebbero maggiormente i leghisti potrebbe esserci il ricorso a quota 102 per il 2022 e 2023, con l’aggiunta di un potenziamento di corridoi preferenziali per i lavoratori delle piccole e medie imprese.

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Salvini: «Io e il presidente Draghi stiamo lavorando per tutelare il diritto al lavoro e alla pensione»

“La Lega lavora ad una mediazione ragionevole, che potrebbe essere quota 102 con strumenti per consentire la pensione ad alcune categorie specifiche come i lavoratori precoci o per quelli di imprese sotto i 15 dipendenti”, hanno fatto sapere fonti del partito all’Adnkronos. Esponenti della Lega hanno dichiarato di essere tendenzialmente favorevoli “a fondi da destinare direttamente ai lavoratori per consentire loro e non all’azienda una libera scelta sulla propria pensione”. Sul nodo delle pensioni è intervenuto anche Matteo Salvini, ribadendo il suo no al ritorno alla Legge Fornero: «È incompatibile con la realtà. Io e il presidente Draghi stiamo lavorando per tutelare il diritto al lavoro e alla pensione. Chiamarla Quota 100 o Quota y non importa, quello che conta è che dal 1 gennaio tu non porti via 6-7 anni di vita ai lavoratori». E ancora: «Io non sono affezionato ai nomi, mi interessa che nei contenuti dal 1 gennaio i lavoratori vedano tutelati i loro diritti. Ci stiamo lavorando con Draghi, partendo dalla tutela dei lavoratori precoci e dei dipendenti delle piccole imprese, troveremo sicuramente una soluzione positiva», ha rimarcato l’ex ministro dell’Interno. Salvini si è detto disponibile ad incontrare al più presto il presidente del Consiglio.

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Riforma pensioni, Draghi manda in soffitta Quota 100. Orlando: «È un bene, al suo interno distorsioni»

«Matteo Salvini ha detto con chiarezza che il suo obiettivo è dialogare e trovare un punto di equilibrio con il presidente Draghi. Credo che questa sia una posizione responsabile verso una maggioranza oggettivamente composita ma nella quale e’ legittimo che le forze che la compongono possano portare le loro istanze e trovare quindi dei punti di equilibrio», ha dichiarato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, parlando di Quota 100. Chi ha mostrato entusiasmo per la linea espressa dal premier il ministro del Lavoro: «Mi pare che il presidente del Consiglio abbia già risposto, quota 100 si tocca e io credo che sia anche un bene che si tocchi perché penso che i numeri ci dicano che al suo interno aveva delle distorsioni che andavano affrontate». Di che si tratta? Cosa sarebbero queste “distorsioni”: «Il trattamento uguale a situazioni diverse, sono andate in pensioni prevalentemente i dipendenti di grandi imprese e pubblico impiego, e il fatto che il 70% degli utilizzatori sono stati uomini. Queste due cose vanno corrette, accettando una graduale uscita che quota 100 ha rappresentato», la spiegazione di Andrea Orlando. Leggi anche l’articolo —> Verso l’addio di Quota 100: Fornero detta la linea e boccia le pensioni anticipate

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