Il rinvio a giudizio di Matteo Salvini da parte del gup di Palermo Lorenzo Jannelli per il processo sulla Open Arms delude anche lo stesso leader della Lega, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. “Il rinvio a giudizio, detto che non mi toglie il sonno, è frustrante e molto pericoloso perchè crea un precedente. Si usa il tribunale per fare politica“, ha dichiarato infatti in una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
Rinvio a giudizio, Matteo Salvini: “Si fa politica in tribunale”
il leader della Lega Matteo Salvini, quindi, lancia una vera e propria accusa rispetto al suo rinvio al giudizio per il caso Open Arms. “Qui non ci sono reati, c’è un atto politico preso da un intero governo. Contrastare gli scafisti, difendere i confini, non sono reati. Ho difeso gli interessi del mio Paese o il mio interesse personale?“, ha aggiunto poi durante l’intervista condotta da Cesare Zapperi, sottolineando che se ci fosse stato un reato questo andrebbe “addebitato a tutti quelli che hanno contribuito ad adottare una certa strategia”. Secondo Salvini, poi, “è evidente che la sinistra vuole vincere in tribunale le elezioni che perde nelle urne, in nessun Paese al mondo si mandano a processo gli avversari“. A settembre, infatti, saremo nel pieno delle Amministrative: “Non faccio il piangina né intendo strumentalizzare la situazione. Mi dispiace che da settembre in poi dovrò sacrificare tanti altri sabati che avrei dedicato ai miei figli”.
Pare essere della stessa opinione anche la legale di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno, che in un’intervista a La Stampa ha dichiarato: “La decisione dell’allora ministro Salvini di non far sbarcare i 147 migranti dell’Open Arms fu dettata dalla linea politica del governo Conte 1. Faccio fatica, quindi, a pensare che ora il leader della Lega debba andare a processo. Ci sono ambiti politici in cui i magistrati non devono entrare. Le sentenze non si possono sostituire ai voti. I tribunali non si possono sostituire alle urne“.
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Gelmini: “Surreale il rinvio a giudizio di Matteo Salvini”
“L’udienza preliminare è un’udienza filtro, non una sentenza di condanna”, ha aggiunto poi Bongiorno. “Tuttavia non si è tenuto conto della linea politica del governo Conte 1 per cui i salvataggi in mare dovevano avvenire solo quando erano di competenza e necessari. L’Open Arms, invece, batteva bandiera spagnola e i salvataggi potevano avvenire in acque libiche e maltesi, quindi l’Italia non c’entrava nulla. Salvini attuò la linea politica del governo in modo condiviso”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è posizionata anche la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, che di fronte a questo processo ammette di avere dei deja-vù e di rivivere quanto accaduto negli anni al suo leader Silvio Berlusconi.
“Mi limito a osservare che le scelte in Consiglio dei ministri sono sempre collegiali. Trovo un po’ surreale il rinvio a giudizio di un solo ministro. La scelta, giusta o sbagliata che sia, Salvini non l’ha presa da solo. Fatico a comprendere, mi ricorda vicende che il questi anni il presidente Berlusconi ha vissuto a piene mani”, ha spiegato ai microfoni di Radio 24. >> Tutte le notizie di UrbanPost