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Roma, partorisce in casa e uccide di botte la figlia neonata: 30enne arrestata per omicidio

21/01/2020 09:55 - Aggiornamento 21/01/2020 12:17

Roma, partorisce in casa e uccide di botte la piccola: non è sopravvissuta alle percosse la neonata venuta alla luce in casa e poi ricoverata in gravi condizioni al Bambino Gesù a causa delle profonde ferite e del trauma cranico riportato. È accaduto sabato sera, 18 gennaio 2020, ad Acilia, periferia sud della capitale, dove la donna vive. A lanciare l’allarme la madre della donna, dunque la nonna della neonata.

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Roma, partorisce in casa e uccide di botte la piccola: a dare l’allarme la nonna

Arrivata al nosocomio romano in gravissime condizioni, i medici hanno subito riscontrato nella neonata crudeli lesioni e un profondo trauma cranico. «È caduta dal letto dopo il parto», ha provato a difendersi la donna, una 30enne italiana di origine svedese; ma il quadro clinico è apparso subito drammatico. La mamma, in un primo momento accusata di tentato omicidio, potrebbe dover rispondere adesso di omicidio volontario. Ad allertare i soccorsi, come anticipato, la nonna della piccola: «Sono entrata nella stanza dove mia figlia aveva partorito – avrebbe raccontato la donna agli inquirenti – e ho visto la piccola a terra in un lago di sangue». Disperata, ha subito chiamato il 118 che ha trasportato la piccola in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Bambino Gesù.

Disposta l’autopsia, si indaga sul caso

Sconvolgente la scena agli occhi dei soccorritori: il sangue era ovunque e la neonata, avvolta in un asciugamano, aveva il cordone ombelicale ancora non reciso. Le ferite riportate sono apparse subito gravissime. Allertate le forze dell’ordine, hanno disposto il fermo della donna. I carabinieri della Compagnia Ostia indagano sul caso: restano ancora da chiarire la dinamica dei fatti e la natura delle ecchimosi. Una risposta definitiva arriverà dall’autopsia che la Procura di Roma ha già disposto. La madre, dopo alcune ore di ricovero all’ospedale Sant’Eugenio, si trova ora agli arresti domiciliari. Il pm Antonia Giammaria ha chiesto la convalida del fermo per l’accusa di omicidio volontario.

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