Salvini news. Eccoci qui a un nuovo episodio del Salvini Show: esperti di cambio di rotta. Ce lo ricordiamo tutti il leader della Lega suonare al campanello del “presunto spacciatore? E quando ha proposto i “controlli informali” tra vicini di casa? Tra l’altro, nemmeno durante il lockdown. Ecco, ora non è più tempo di queste cose. Ora, a tutto questo, è meglio ribellarsi. E quindi perchè non cambiare totalmente via? Tra l’altro questa è una cosa che, ultimamente, a Salvini sembra riuscire molto bene. Infatti, non ha temporeggiato un attimo nel cavalcare l’onda della polemica sul numero di persone “concesse” nelle abitazioni private.
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Matteo Salvini news, la cavalcata sulla bufala dei controlli in casa
Salvini ha quindi deciso di far rimbombare la bufala secondo la quale il governo avrebbe intenzione di mandare la polizia di casa in casa per controllare quanti invitati ci sono. “Non più di sei persone a casa di ciascuno… Perchè sette porta sfortuna? Togliamo la Polizia dalle strade e la trasformiamo in Psico-Polizia per controllare i condomini??? Neanche George Orwell sarebbe arrivato a tanto, siamo alla follia, rileggiamoci 1984”, ha scritto sui sui profili tentando di conquistare i lettori con un po’ di cultura. Certo è che nemmeno George Orwell si sarebbe sognato di andare a citofonare a un ragazzino per chiedergli se fosse uno spacciatore. Anche perchè il suo “Grande fratello” era un sistema molto più complesso: di sicuro non si sarebbe mai limitato alla mera gogna mediatica.
Ma facciamo un passo indietro. La proposta di Matteo Salvini sui “controlli informali della zona di residenza e la cooperazione tra cittadini e istituzioni” risale al 2019, e aveva lo scopo di “aumentare la sicurezza dei singoli individui”. Più precisamente, si parlava di “controlli informali tra vicini di casa”, per individuare “situazioni anomale che possano generare apprensione, informando gli abitanti della zona”. “Non si tratta di effettuare ronde”, si leggeva nella proposta di legge sottoscritta da un’ottantina di deputati della Lega, ma di un “controllo di vicinato“.
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Dai controlli al riscatto di democrazia
Quindi, prima, fare il “vicino spione” andava bene. Ora no. Così, è passato dal chiedere a tutti i cittadini maggiori controlli allo scandalizzarsi. In un batter d’occhio. Nonostante, appunto, prima chiedesse “uno strumento di prevenzione basato sulla partecipazione attiva dei cittadini attraverso un controllo informale della zona di residenza e la cooperazione tra cittadini e istituzioni”. Insomma, anche questa volta ha dimostrato che l’unica cosa che veramente gli interessa è il consenso popolare. Niente di più. E per raccoglierlo è disposto a fare di tutto, anche a smentire se stesso. Senza nessun ritegno, tra l’altro. >>Tutte le notizie di UrbanPost