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Samira El Attar processo al marito: Nicodemo Gentile (parte civile) commenta la prima udienza [INTERVISTA]

29/01/2021 21:19 - Aggiornamento 29/01/2021 21:34

Scomparsa Samira El Attar: il processo a carico del marito è iniziato. Oggi 29 gennaio 2021 si è infatti tenuta la prima, importante udienza a carico di Mohamed Barbri. L’uomo è accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere ai danni della moglie, misteriosamente scomparsa a Stanghella (Padova) il 21 ottobre 2019. Si professa innocente e stamani era presente in aula, presso la Corte d’Assise del Tribunale di Rovigo.

L’avvocato Nicodemo Gentile, Presidente dell’Associazione Penelope, si è costituito parte civile insieme al collega Antonio Cozza. UrbanPost lo ha intervistato per raccogliere il suo commento a caldo di questa prima udienza, durante la quale una conoscente della coppia è stata sentita in aula come prima testimone.

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Avvocati Gentile e Cozza (immagine di repertorio)

«Io e l’avvocato Antonio Cozza rappresentiamo i familiari di Samira. Io la mamma e lo zio, l’avvocato Cozza il fratello di Samira. Quella di oggi è stata un’udienza molto importante, anche se è stato sentito solo un testimone … Noi ci siamo costituiti parte civile, e penso che il processo sia entrato subito nel vivo. È stata sentita una testimone molto importante, la signora che conosceva molto bene sia Samira che Mohamed. Perché Samira l’aiutava come collaboratrice domestica e per tanti anni come badante, si rivolgeva a lei come se fosse una seconda mamma. E Mohamed era dipendente dell’azienda della famiglia della signora da tanto tempo.».

Samira non avrebbe mai abbandonato la sua adorata bambina

«Ha detto tante cose fondamentali, segni importanti. Nonostante l’età è stata molto lucida, ha ribadito la sua versione sia quando è stata sentita dal Pubblico Ministero sia quando il Presidente della Corte ha ritenuto di fare degli approfondimenti. Sono emersi alcuni spaccati importanti … Primo: Samira era una donna legatissima alla sua bambina e mai l’avrebbe abbandonata; la signora su questo è stata molto diretta e l’ha ripetuto più volte. Madre e figlia vivevano in simbiosi.»

«Secondo: la coppia litigava soprattutto negli ultimi tempi. C’era una vera ‘emergenza’ nella coppia. Ha ribadito che prima della scomparsa lei ha addirittura acquisito informazioni sul fatto che il marito dormisse in macchina. C’era un momento di crisi importante del marito … Lui era molto geloso: la signora dice che stava sempre addosso alla moglie, la controllava. Controllava i suoi movimenti, e in più occasioni aveva avuto modo di chiamare Samira ma rispondeva sempre lui.».

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Il segno dello sgozzamento con il dito: Mohamed minacciava di morte Samira?

«Terzo: la testimone ha parlato di litigi frequenti, e quarto ha parlato di un dato importantissimo. A suo dire Mohamed alzava le mani con Samira. Un dato che la signora ha ribadito più volte, che durante questi litigi, quando lei era testimone, Mohamed ha fatto il segno dello sgozzamento con il dito come fosse un coltello. E cosa ancora più importante, ribadita a più livelli e non solo al Pubblico Ministero, che Mohamed in varie occasioni subito dopo la scomparsa di Samira ha chiesto alla signora di fornirgli un alibi. Cioè di mentire a chi l’avrebbe interrogata dicendo che lui quella mattina era al lavoro, quando invece, lo asserisce la signora, quel giorno lui non si era recato al lavoro. Proprio per queste ragioni credo che il processo sia entrato subito nel vivo».

La testimone ‘rafforza’ la tesi accusatoria contro Mohamed

«La testimone non ha motivo di sostenere il percorso accusatorio, visto che Mohamed è una persona che lei conosceva da molti anni; visto che con lei Mohamed si era sempre comportato ‘normalmente’, diciamo. Ha ribadito tuttavia che lui è sempre stato un tipo molto geloso e che aveva il vizio del gioco alle macchinette … Tutti elementi che vanno a conforto della tesi accusatoria a carico di Mohamed, già nella prima udienza e con un solo testimone. Impostazione accusatoria che non è, ormai, solo un pensiero della Procura e ad oggi ha ricevuto anche il placet dei giudici che hanno arrestato Mohamed, perché lui è infatti in custodia cautelare in carcere. Certo, è presto fare dei bilanci adesso, si tratta di un processo indiziario […] A nostro avviso questa testimonianza non ha motivo di essere messa in crisi. La signora ha detto quello che lei ha percepito, che ha avuto modo di apprendere direttamente da loro. Nella prossima udienza, fissata per il 19 febbraio 2021, saranno sentiti anche i familiari di Samira. La mamma, il fratello e la cognata.». Clicca qui per leggere le interviste esclusive di UrbanPost sui casi di cronaca giudiziaria