Nel referendum indetto a San Marino per depenalizzare l’aborto ha stravinto il sì. L’affluenza alle urne è stata del 41,11%, tutto sommato in media con le altre consultazioni. A San Marino, stando alla legge finora vigente, le donne non potevano abortire nemmeno se in pericolo di vita. L’interruzione della gravidanza era per il codice penale nazionale un reato punito con la reclusione da tre ai sei anni. Adesso con la vittoria del sì al referendum sulla legalizzazione dell’aborto a San Marino non sarà più così.
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San Marino, referendum sull’aborto: vittoria schiacciante del sì con il 77%
Secondo la tv locale Rtv, con 35 seggi scrutinati su un totale di 37, i sì arrivano al 77.31%, contro il 22,69% che si è espresso contro. Risultati confermati pochi minuti fa: al termine dello scrutinio delle 37 sezioni, il 77,30% degli elettori ha approvato la legalizzazione dell’aborto. I sì sono stati 11.119 contro i 3.265 no. Alle urne sono stati chiamati 35.411 elettori, 22.970 interni e 12.441 esteri, che hanno potuto potranno esprimere il loro parere sull’aborto che diventerà legale. “Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna?”, la domanda che i cittadini hanno trovato scritto sulla scheda.
La legge cambierà solo tra qualche mese
La campagna elettorale ha visto schierati su opposti fronti le attiviste dell’Unione donne sammarinesi, organizzazione promotrice della consultazione popolare, e le associazioni Pro Vita. Rosa Zafferani dell’Unione donne sammarinesi ha detto: «Le donne hanno avuto fiducia in noi e sono state tante ad andare a votare oggi. Le donne sono state il 20% in più rispetto agli uomini, ma per avere una maggioranza così schiacciante significa che anche gli uomini hanno capito e ci hanno dato fiducia». Delusione dalla portavoce del Comitato per il No, Antonella Mularoni: «Prendiamo atto della volontà dei sammarinesi, in democrazia si può perdere. Non si fermerà la nostra attività per dare una alternativa all’aborto». La legge cambierà solo tra qualche mese. La Reggenza dovrà attendere un progetto che poi sarà trasmesso al Collegio Garante della costituzionalità delle norme chiamato ad esprimersi sulla compatibilità della proposta. Il Congresso di Stato, apportati eventuali emendamenti, depositerà il progetto di legge all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Grande e Generale. Soltanto allora se ne potrà discutere alla prima seduta utile. Leggi anche l’articolo –> Covid oggi 3.099 nuovi casi e 44 morti, in calo i ricoverati in ospedale con sintomi