Sara Pedri scomparsa: «In reparto la offendevano, le dicevano ‘sei un’incapace, dove ti hanno formato non ti hanno insegnato niente’ …». A ribadirlo con forza davanti le telecamere di Quarto Grado è Emanuela, sorella della ginecologa 32enne di Forlì di cui si sono perse le tracce lo scorso 4 marzo a Trento.
Sara Pedri, il giallo del reparto di ginecologia: cosa accadeva lì dentro?
Il presunto mobbing, a detta della famiglia e di numerosi altri sanitari che spontaneamente hanno scelto di testimoniare la propria esperienza che va in siffatta direzione, dietro la sua misteriosa sparizione. L’ospedale Santa Chiara di Cles (Trento), dove la ginecologa era stata trasferita da qualche mese, era una “polveriera”. Numerosi i dipendenti che negli ultimi anni hanno chiesto il trasferimento e segnalato problemi sorti nell’ambiente di lavoro. E proprio su questo aspetto la Procura di Trento sta cercando di far luce. La prostrazione psicofisica che aveva spento la verve ed il sorriso di Sara ha trovato origine nel reparto di ginecologia dove, spiega sua sorella, i turni erano massacranti e le umiliazioni subite, all’ordine del giorno.
Quarto Grado, che nella puntata in onda venerdì 23 luglio, si è occupato del caso, ha scovato un precedente di non poco conto. (Continua a leggere dopo la foto)
Una ginecologa ha infatti raccontato alla redazione di aver vissuto nel 2012 un’esperienza in tutto simile a quella che Sara Pedri, fino a poco prima di sparire, aveva descritto alla sorella. La donna ha addirittura vinto una causa contro l’ospedale Santa Chiara di Cles per ingiusto licenziamento. Oggi lavora in un’altra regione e, interpellata in merito, ricostruisce così la terribile esperienza in reparto:
Ginecologa denuncia «vessazioni continue» al Santa Chiara: la sua testimonianza inedita
«Si trattava di vessazioni pubbliche che venivano effettuate in maniera sistematica nei miei confronti … tutti i giorni. Quindi io arrivavo sempre tachicardica, perché sapevo perfettamente che tutti i giorni mi aspettava insomma la stessa situazione. Alla fine, ovviamente, si tende a non mangiare, a non dormire più e quindi si è sottoposti a ritmi di lavoro molto pesanti, e si perde pian piano la lucidità, soprattutto in un ambiente così delicato come quello dell’ostetricia». Un clima terribile, conferma la testimone: «Si va verso l’autodistruzione perché non si vede nessuna via d’uscita …».
Tuttavia sono tanti gli attestati di stima manifestati nei confronti del Primario del reparto di Ostetricia e ginecologia, momentaneamente trasferito. Nei suoi confronti è stato aperto dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento un procedimento disciplinare. Un atto dovuto, al fine di ricostruire i fatti e le dinamiche interne al succitato ambiente di lavoro. Per quanto riguarda il fascicolo aperto dalla Procura, va sottolineato, non ci sono indagati. Non esiste al momento nemmeno una ipotesi di reato.
Le pazienti difendono a spada tratta il primario di Ginecologia Saverio Tateo
Il dottor Saverio Tateo, ex primario dell’ospedale S.Chiara di Cles, è molto amato dalle pazienti che aveva in cura, anche da anni. Una di loro ha scritto una lettera a Quarto Grado ed ha parlato anche a nome di altre donne seguite dal Primario. «Siamo state private improvvisamente di un nostro punto di riferimento, il primario di ginecologia del Santa Chiara di Cles, il dottor Tateo», spiega.
«Lo conosco da molti anni, è un medico di grande professionalità, umanità, disponibilità e gentilezza … Le mie sensazioni sono comuni a quelle di altre donne che venivano non solo da Trento ma anche da altre parti d’Italia», spiega la testimone. La donna ha altresì precisato che le è capitato di intrattenersi a parlare con il dottor Tateo, di averlo visto interagire con il personale medico e di non avere mai percepito un clima di tensione.
Scomparsa Sara Pedri: la scheda di Chi l’ha visto?
Sesso:F
Età:31 (al momento della scomparsa)
Statura:162
Occhi:castani
Capelli:rossi
Scomparso da:Cles (Trento)
Data della scomparsa:04/03/2021
Data pubblicazione:10/06/2021
Sara Pedri, 31 anni, lavora come ginecologa presso l’Ospedale di Trento. Il 4 marzo è uscita dalla sua abitazione di Cles utilizzando la sua auto, una Volkswagen TRoc, e da quel momento non ha più dato sue notizie. L’auto è stata rinvenuta in prossimità del Ponte di Mostizzolo, al confine tra i Comuni di Cles e di Cis. Le ricerche sono state condotte con l’ausilio di cani molecolari e tracce della donna sono state fiutate lungo l’imbocco della pista ciclabile che da un ponte conduce verso la Val di Sole fino ad arrivare in corrispondenza di un precipizio alla cui base scorre il torrente Noce, che confluisce nel lago di Santa Giustina.