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Italia nel caos: autotrasportatori pronti ad incrociare le braccia contro il decreto energia

03/03/2022 10:35 - Aggiornamento 03/03/2022 10:44

Sciopero autotrasportatori – È una protesta silenziosa, passata in sordina forse per via del conflitto in Ucraina. Il settore è però pronto ad esplodere. I motivi la pandemia, il caro gasolio e le conseguenze stesse della guerra che sta imperversando nel Paese guidato da Zelensky. Un campo che conta 99.500 aziende con 335mila autisti e con un giro d’affari pari al 7 per cento del Pil italiano sta lentamente collassando. Il governo Draghi ha appena stanziato 80 milioni da inserire nel Decreto Energia, ma si tratta di un provvedimento che non ha soddisfatto gli autotrasportatori, che minacciano di incrociare le braccia già dalla prossima settimana. Cosa accadrà?

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sciopero trasportatori

Sciopero autotrasportatori contro il decreto energia

«Siamo molto arrabbiati. Questo decreto se serve a fare propaganda politica va bene. Ma rispetto alle nostre esigenze sul caro gasolio non serve a nulla. Si parla di crediti di imposta e poi sul metano?…», ha detto la presidente di «Ruote Libere», Cinzia Franchini, in un colloquio con «Il Tempo». Di mezzo anche la questione dei pedaggi«Al governo chiediamo almeno che i 20 milioni promessi per aumentare gli sconti dei pedaggi vengano erogati direttamente alle imprese in fattura a fine mese attraverso il Telepass, scavalcando, una volta per tutte, il sistema barocco dei Consorzi di servizi». E ancora: «A mia memoria, non ci sono mai stati autotrasportatori che scavalcassero le associazioni e protestassero spontaneamente», le parole della dirigente dei trasporti.

draghi

«Servono prospettive strutturali», cosa rischia ora l’Italia

Il provvedimento a sostegno degli autotrasportatori messo a punto dal governo Draghi è risultato sgradito anche a Confcooperative Marche: «Servono prospettive strutturali. Non è solo una questione caro petrolio, caro metano, siamo di fronte a una crisi post pandemica non indifferente». Si chiede al governo un «accesso al credito facilitato, in quanto temiamo che con l’inflazione qualcosa possa accadere, e l’abbassamento del cuneo fiscale», ha detto Massimo Stronati, presidente dell’associazione autotrasportatori. A rendere il quadro ancora più complicato la penuria di autisti ucraini che in questo ore stanno lasciando l’Italia per andare a servire la loro patria.  Ci sono infine ragioni più specifiche, come sottolinea «Il Tempo», problemi e dinamiche che riguardano tra le associazioni di categoria e il governo.

Il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè ha fatto un esempio su tutti: «La legge italiana prevede i tempi di pagamento. Ma se poi lo stesso Stato non fa alcun controllo su come vengono rispettati, l’autotrasportatore si ritrova a incassare anche dopo 6-7 mesi… Lei capisce… Come fa poi a pagare?». Leggi anche l’articolo —> Draghi al Senato attacca Putin: parole durissime, cosa ha detto

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