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Scuola Azzolina: «La didattica a distanza non funziona più, gli studenti hanno ragione»

11/01/2021 11:49 - Aggiornamento 11/01/2021 11:55

«Oggi la didattica a distanza non può più funzionare. È difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco bene le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui». Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intervenuta al programma ‘Tutti in classe’ su Radio 1. Rientro in classe, oggi, lunedì 11 gennaio 2021, per i ragazzi delle scuole superiori in Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta. I ragazzi al 50% in presenza. Tutte le altre Regioni, invece, hanno optato per il rinvio.

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Scuola Azzolina: «La didattica a distanza non funziona più, gli studenti hanno ragione»

«I ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata. C’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica. Ho fatto tutto quello che potevo fare con il governo: le scuole sono pronte per ripartire, ma sono le Regioni che hanno la possibilità di riaprirle o meno. Io ho voluto la Dad a marzo scorso, quando non c’era nulla, ma può funzionare per qualche settimana», ha aggiunto l’Azzolina. La ministra ha ricostruito gli ultimi mesi: «Non voglio nessuna polemica con nessun presidente di Regione, ma restano i fatti. Molti di noi volevano l’apertura il 9 dicembre, me per prima, qualcuno disse ‘non ne vale la pena, perché riaprire 2 settimane prima delle vacanze?’. Il 23 dicembre si è stipulata un’intesa all’unanimità con le Regioni che hanno garantito che al 50% si sarebbe riaperto, lavorando sui trasporti con i prefetti. Ad inizio gennaio alcuni presidenti di Regione dissero che erano pronti a ripartire subito anche al 75% e ora neanche al 50% si ritorna». Poi la puntualizzazione: «Ci sono Regioni che hanno lavorato molto bene come la Toscana, il Trentino. Abbiamo monitorato tutto, fatto continue informative, anche con il ministro Lamorgese. I prefetti e le scuole hanno fatto un lavoro encomiabile».

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Le decisioni sulla Maturità arriveranno a breve

«A maggio 2020 medici, infermieri e anestetisti mi scrivevano per tenere la scuola chiusa e chiusa è rimasta; oggi ricevo tantissime lettere di madri medico, padri infermieri che mi chiedono di riaprire le scuole, perché stanno vedendo tutte le difficoltà dei propri figli a stare chiusi in una stanza a fare Dad per 5 ore», ha affermato ancora l’Azzolina, che ha poi rimarcato: «Sappiamo tutti che il rischio ‘zero’ non esiste, a scuola come in nessun altro ambito. Ma all’interno delle scuole il rischio è molto basso, ci sono tanti studi italiani ed europei che ce lo confermano». La ministra ha sottolineato ancora una volta l’importanza dell’Istruzione: «Io chiedo a tutti di trattare la scuola non in maniera diversa rispetto a come vengono trattate le attività produttive. Le scuole non producono incassi, ma i costi sono lo stesso altissimi. Il messaggio deturpante per cui nelle regioni ‘gialle’ oggi è tutto aperto fuorché le scuole lascia profonde cicatrici».

Le decisioni sulla Maturità arriveranno a breve: «Abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte: lo scorso anno ci hanno presentato proposte ragionevoli; una decisione la prenderemo a breve, i ragazzi a causa dell’incertezza assoluta per le date che slittano come la tela di Penelope, hanno bisogno di avere certezze che il ministero deve dare». Leggi anche l’articolo —> Scuola non riapre, l’«ira funesta» dell’Azzolina: «Un giochino…», cosa ha detto al telefono