Vai al contenuto

Scuola Coronavirus, lo sfogo di una responsabile Covid: «Dopo appena 10 giorni è un inferno»

26/09/2020 11:39 - Aggiornamento 26/09/2020 11:52

Scuola Coronavirus Ultime News – Sabato 26 settembre 2020. «Dopo due settimane mi sento sconfortata. Ad esperienza fatta questo ruolo è drammatico. È tutto infernale e non so come riusciremo a venirne a capo». Così Eleonora De Murtas, uno dei responsabili Covid formati dall’Istituto Superiore di Sanità, per monitorare e gestire i contagi nelle scuole, racconta quella che è la situazione difficile del momento. 62 anni, professoressa di Scienze, insegna nel Liceo Majorana di Roma, che ha riaperto agli studenti da soli 11 giorni. Nominata ad inizio mese, la docente non ha ancora dovuto fare i conti direttamente con un caso di Coronavirus, ma sente tutto il peso della bufera che sta travolgendo la scuola.

leggi anche l’articolo —> Coronavirus Italia, progressivo peggioramento: 12 regioni con Rt sopra a 1

scuola coronavirus

Scuola Coronavirus, sfogo responsabile Covid: «Dopo appena 10 giorni è un inferno»

AIl Riformista’ Eleonora De Murtas, che come migliaia di suoi colleghi italiani, ha seguito un corso online, sulla piattaforma EDUISS, che ha spiegato ai responsabili Covid come gestire l’emergenza a scuola, ha descritto questi ultimi giorni. A lei tocca il compito, ad esempio, di stilare un registro con i nomi dei ragazzi con il Covid o messi in quarantena a scopo precauzionale. «All’inizio sembravano non esserci problemi. Sono stata nominata insieme a tre collaboratori per due istituti e pensavamo di essere preparati al meglio, sembrava tutto abbastanza chiaro» ha detto la professoressa al giornalista Giacomo Andreoli.

Poi con l’inizio della scuola è scoppiato il caos. Perché alla teoria alla pratica ne passa e gli insegnanti sono stati lasciati soli, alla deriva. «Mi chiamano insegnanti e genitori a ogni minimo sospetto di Covid se un ragazzo ha la febbre, se ci sono stati contatti tra ragazzi e altre persone che hanno avuto il Covid. Ma non sono io a dovermi occupare di questo: devono intervenire i medici di base per avviare la procedura e far scattare tamponi e quarantene. Io non ho le competenze e posso rispondere solo attraverso i protocolli», ha proseguito la prof.ssa Eleonora De Murtas. E nella sua stessa situazione ci sono centinaia e centinaia di docenti sparsi sul nostro territorio.

scuola

«Ci voleva un medico che stazionasse in modo permanente all’interno degli istituti»

«Alcuni genitori si lamentano, sono agitati devo subire una vera e propria aggressione tra loro e i vari colleghi ansiosi e c’è anche tanta superficialità», ha spiegato la responsabile Covid. E ancora: «Mancano i contatti con i Distretti (che corrispondono alle Asl n.d.r.), dovrebbero assicurarci delle risposte immediate, ma possono essere contattati solo via mail». Questo vuol dire che, se la professoressa Eleonora De Murtas ha un dubbio su cosa fare, ha sì qualcuno a cui chiedere, ma non sa quando potrà ricevere una risposta adeguata. Tempi incerti, tutto avvolto nella nebbia.

Senza contare che tale estenuante lavoro, che non conosce riposo, né sabato né domenica, non prevede alcuna remunerazione economica. «Probabilmente ci voleva un medico che stazionasse in modo permanente all’interno degli istituti. Avrebbe dato risposte migliori e più opportune, con voce autorevole. Così avrebbe tranquillizzato tutti. Io sto acquistando esperienza sul campo, a mie spese, ma non è lo stesso», ha concluso sconsolata l’insegnante. Leggi anche l’articolo —> Coronavirus Francia, record di contagi 16mila in un giorno: rischio nuovo lockdown