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Sfiducia a Bonafede? Non sarebbe un problema per Conte, ecco perché

24/01/2021 10:38

La quasi sicura sfiducia per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sulla sua relazione al Senato non sarebbe un problema per Conte. O meglio, il premier avrebbe pronta una nuova soluzione “tampone” per permettere al suo governo di galleggiare ancora, in attesa che si chiarisca definitivamente la vicenda “responsabili – costruttori”.

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Questa mattina l’edizione online de “Il Giornale” pubblica un retroscena a firma di Francesco Curridori che, citando “una fonte della maggioranza”, spiega bene perché un’eventuale sfiducia a Bonafede sarebbe già un problema superato per il governo Conte bis. I numeri, ricordiamo, dicono che al Senato l’esito negativo del voto sulla relazione del ministro della Giustizia è praticamente certo. E’ nota la contrarietà di Renzi e del suo gruppo e sono altrettanto noti i “mal di pancia” di alcuni senatori Pd nei confronti di Bonafede. Malumori che potrebbero diventare in alcuni casi, isolati ma comunque significativi, un voto di sfiducia.

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Sfiducia Bonafede: la “pronta soluzione” di Conte

Dunque, sarà sfiducia sulla relazione del ministro della Giustizia? Molto probabilmente sì. Ma l’esecutivo del professore foggiano avrebbe già pronta la soluzione tampone, per dare ancora qualche giorno di tempo alla costruzione del gruppo di “responsabili” che, al Senato come alla Camera, dovrebbe permettere al Conte bis di proseguire la sua strada.

Tutto semplice? Niente affatto. Perché un voto di sfiducia, seppur su un solo membro dell’esecutivo, rappresenta un nuovo vulnus per la maggioranza già in estrema difficoltà dopo la defezione di Italia Viva. A maggior ragione se a votare contro a Bonafede saranno anche alcuni senatori Dem, finora compatti nel difendere l’operato del governo, e pure la “responsabile” Sandra Lonardo Mastella, appena reclutata nella maggioranza.

Ma quale sarebbe la “pronta soluzione” di Conte per superare l’ostacolo Bonafede? Secondo la “fonte della maggioranza” citata da Il Giornale per il contestato ministro della Giustizia sarebbe pronto un “salvagente”, mentre al suo posto a via Arenula arriverebbe un big del Pd. Tutto dovrebbe coincidere con la conclusione – ovviamente con esito positivo – dell’operazione “responsabili”.

“Bonafede ormai è out, per lui si parla di un’altra poltrona fuori dal governo, una nomina. Mi dicono si sia già raggiunto l’accordo per Andrea Orlando al suo posto”, dice la gola profonda della maggioranza al quotidiano milanese.

Dopo la sfiducia a Bonafede il “rimpasto”: nasce il Conte ter

A quel punto, Conte salirebbe al Quirinale per annunciare al Capo dello Stato un “rimpasto”. Dovuto sia alle dimissioni di Bonafede dopo il voto di sfiducia sulla sua relazione, sia alle nuove condizioni politiche emerse con la nascita di due nuovi gruppi parlamentari a sostegno dell’esecutivo. Il Conte ter, dunque, e senza Italia Viva. Insomma, si concretizzerebbe il sogno del premier, cioè quello di proseguire l’esperienza di governo senza la spina del fianco di Renzi, almeno in aula, e senza gambe deboli nella compagine ministeriale. Andrà così? Difficile dirlo, anche perché –  sempre secondo alcune voci di palazzo –  sta crescendo il malumore anche tra i 5S, soprattutto tra le fila dei fedeli del presidente della Camera Fico e “dell’antagonista” Di Battista. >> I retroscena di politica italiana