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Cinzia Dal Pino sotto accusa: le sorelle di Said chiedono giustizia per la morte del fratello

13/09/2024 10:15
sorelle ladro investito chiedono giustizia

Le sorelle del ladro investito chiedono giustizia sulla tv marocchina. Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice 65enne accusata di aver investito e ucciso Said Malkoun, il 47enne che poco prima l’aveva derubata della borsa, è tornata a casa. Dopo due notti in carcere, la donna si trova ora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, come deciso dal giudice al termine dell’udienza di convalida. Il gip ha ritenuto la misura cautelare per omicidio volontario necessaria, sebbene abbia escluso il rischio di fuga.

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Nel frattempo, dal Marocco, le sorelle della vittima sono intervenute pubblicamente. Durante un’intervista alla tv marocchina Chouf Tv, da Casablanca, hanno chiesto giustizia per il loro fratello, appellandosi alle autorità marocchine e addirittura al re Muhammad VI per ottenere il loro supporto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le sorelle del ladro investito chiedono giustizia sulla tv marocchina

Le sorelle di Said Malkoun hanno espresso il loro dolore in una lunga intervista, chiedendo che sia fatta giustizia. “Nostro fratello non era sulla strada, è stato investito sul marciapiede. Cinzia Dal Pino lo ha colpito intenzionalmente, e poi è risalita in macchina senza fare nulla per aiutarlo. Neanche un animale si uccide in questo modo”, ha detto una delle due donne. Oltre a chiedere giustizia, le sorelle della vittima hanno sottolineato l’aspetto risarcitorio della vicenda. È assai probabile, infatti, che oltre alla condanna della Dal Pino, la famiglia di Said si muova per ottenere un risarcimento economico, come previsto dalla legge italiana. (Continua a leggere dopo la foto)

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Foto: il Re del Marocco

L’appello al re del Marocco e alla comunità marocchina

Le sorelle di Said non si fermano qui: “Chiediamo l’intervento delle autorità marocchine, compreso il Re, affinché vigilino sulla situazione. Siamo sconvolte dal fatto che all’autrice del reato siano stati concessi solo i domiciliari. Said era una persona stimata da tutti, e merita giustizia. Invitiamo la comunità marocchina a unirsi a noi in questa battaglia“. La vicenda ha scosso profondamente sia la comunità locale che quella marocchina in Italia e all’estero, con un crescente appello per un intervento delle autorità marocchine e italiane per assicurare che sia fatta piena luce su quanto accaduto.