“‘Ricostruire l’Italia del dopo emergenza’ scandisce il presidente Mattarella davanti alle Camere riunite. Una bella frase che impatta su una Italia ferma, deserta, divisa in fazioni, per colpa delle sciagurate decisioni di quel governo su cui anche ieri è caduta la benedizione quirinalizia. Non ho votato per il bis del Capo dello Stato e, dopo il discorso, sono contento della mia scelta”. Comincia così il lungo editoriale di Gianluigi Paragone pubblicato su «Il Tempo». Un articolo in cui il giornalista, conduttore tv e politico punta il dito contro Mario Draghi e il suo esecutivo. Soprattutto per le scelte del premier a proposito del Sostegni Ter 2022.
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Sostegni ter, Paragone attacca Draghi: «Così sta bloccando le imprese…»
“Se l’economia reale è in un lockdown di fatto, è perché dal Colle hanno avallato scelte governative impregnate di fanatismo, rigide e in difetto rispetto alla verità dei fatti. Che senso ha proseguire con le chiusure, con gli steccati, coi green pass, quando altrove hanno cambiato passo e ci si avvia verso la normalizzazione? Che senso ha vedere che per il festival di Sanremo la Rai non può chiedere green pass agli artisti perché siamo in presenza di dati sensibili, mentre i ristoratori, i commercianti e tanti altri sono costretti a farlo? Il discorso alle Camere è scollato dalla realtà dei fatti, un po’ come la passerella a bordo della Flaminia: chissà se almeno sui sedili posteriori Mattarella ha sussurrato a Draghi di smetterla con le maniere forti verso chi dissente”, scrive Paragone. Il fondatore di «Italexit» attacca l’esecutivo per la gestione della pandemia in questa fase, ma non solo. Nel mirino anche il decreto Sostegni: “In questi giorni cominciano ad arrivare bollette impossibili da sostenere se i bilanci sono in rosso. Dopo aver messo in ginocchio il settore del turismo con decisioni assurde e fanatiche, Mario Draghi and Company stanno azzoppando uno dei volani della ripresa proprio mentre stava cominciando a performare: l’edilizia. La confusione generata dal divieto di cessione multipla dei crediti fiscali legati all’ecobonus è indice di inaffidabilità, di scorrettezza; e soprattutto è una scelta idiota perché stressa un settore fondamentale nell’economia reale”. Il giornalista è, infatti, poi sceso nel dettaglio.
“Mattarella non può dirsi immune a queste critiche”
“La stretta inserita nel decreto Sostegni ter (oltre al danno pure la beffa) imballa con un colpo solo le imprese della filiera, le banche e le grandi aziende pubbliche e private che facevano da propulsore. In più mette incertezza perché di fatto legittima una retroattività pericolosa rispetto a contratti già siglati. La forza del superbonus sta nella possibilità di convertire il credito fiscale in denaro attraverso la cessione multipla. Perché bloccarla?”, si chiede Paragone. “Mattarella non può dirsi immune a queste critiche perché egli ha firmato il Sostegni Ter nella notte tra il 27 e il 28 gennaio, come ha firmato tutti i decreti di questi anni e non ha alzato ciglio rispetto all’abuso dei dpcm, dello strapotere del Cts e di quant’altro ha finora caratterizzato l’emergenza Covid. Gli entusiasmi del bis non cancellano le responsabilità di scelte e di sostegni precisi”, ha proseguito il politico. E ancora: “Il Sostegni ter sta bloccando le imprese, il lockdown mascherato dentro tanti decreti e dpcm sta bloccando l’Italia e gli italiani. Sotto la regia del «bravo» Supermario”, le amare conclusioni del pezzo uscito su «Il Tempo» dal titolo eloquente “Il pasticcio del Sostegni ter che azzoppa il Superbonus. Paragone: la scelta idiota di Mario Draghi”. Leggi anche l’articolo —> Sergio Mattarella, il discorso di insediamento del secondo mandato | Testo e video