Tra le drammatiche conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina c’è il dilagare del panico tra la popolazione civile. In questi giorni, abbiamo visto lunghe file di persone davanti ai bancomat nelle città russe. Ascoltato le notizie sugli attacchi hacker al sistema informatico e finanziario ucraino. Compreso l’importanza del denaro contante come riserva di valore. Ne parliamo con Antonio Staino, presidente di Assovalori, l’associazione delle aziende del trasporto valori in Italia.
Presidente Staino, ha visto che succede in Russia? E’ scattata la corsa agli sportelli
Stiamo assistendo a fatti drammatici, innanzitutto mi lasci dire questo. Quando dilaga il panico, in situazioni estreme di emergenza, le persone cercano rifugio nel denaro contante perché resta l’unico mezzo di pagamento disponibile. Ecco perché viene definito una “riserva di valore”.
Da questo punto di vista, quant’è critica la situazione in Russia?
Non entro nel merito delle sanzioni finanziarie. Per intenderci, consideri che la domanda di liquidità in Russia ha toccato i massimi storici da due anni a questa parte. Per evitare la corsa agli sportelli, le autorità finanziarie hanno iniettato liquidità nel sistema, ma questa mossa non ha impedito che si formassero lunghe code ai Bancomat nelle più grandi città del Paese. Una situazione disastrosa che però non riguarda soltanto la Russia.
Si riferisce all’Ucraina?
Esatto. Gli attacchi hacker hanno mandato in tilt la rete informatica ucraina. Ritirare soldi ai bancomat è diventato più difficile, i POS a Kiev hanno smesso di funzionare e le applicazioni delle banche hanno cominciato a girare a vuoto.
Insomma, la “guerra ibrida” ha fatto saltare i sistemi di pagamento elettronici
Questi rischi non sono legati unicamente alla guerra. I processi di dematerializzazione della moneta hanno in sé degli elementi di vulnerabilità, legati alla resilienza agli attacchi informatici dei circuiti bancari e finanziari.
Così torniamo al ruolo cruciale del contante…
Certo, il contante offre delle alternative agli attacchi hacker, ai malfunzionamenti informatici, ai fattori di instabilità politica come guerre e attacchi terroristici. Ma i cittadini dovrebbero essere sempre messi nella condizione di scegliere se avere o meno con sé denaro contante, oppure poter conservare liquidità.
Allora le faccio un’altra domanda: quando fa un pagamento, Lei usa mai il cellulare o la carta di credito?
Certo che li uso, non vivo mica nel paleolitico. Guardi, chiariamo bene questo aspetto: Assovalori non è contraria alla diffusione dei pagamenti elettronici. Ma continuerà a battersi perché ogni singolo individuo sia libero di utilizzare le forme di pagamento che preferisce con l’eliminazione delle soglie massime per il contante e che, nella stessa misura, possa custodirlo dove meglio crede, compresa la propria abitazione.
Per quali motivi i cittadini dovrebbero custodire il denaro presso la propria abitazione?
Gli eventi ai quali stiamo assistendo preoccupano molte persone che, anche nei Paesi non direttamente coinvolti dal conflitto, hanno iniziato ad effettuare prelievi dai conti bancari: questo avviene proprio per la paura di attacchi informatici che ne potrebbero volatilizzare la presenza, impedire la disponibilità, danneggiare i sistemi di pagamento elettronici fino ad inibirne le funzioni o non permettere prelievi dagli sportelli o dai bancomat.