Su “Il Riformista” l’intervista di Umberto De Giovannangeli ad Aldo Tortorella, 94 anni, partigiano, direttore de l’Unità, dirigente di primo piano del Pci, più volte parlamentare. Membro dell’ultima segreteria di Berlinguer e poi di quella di Alessandro Natta, Tortorella, che per tutta la vita ha cercato di coniugare la passione per la politica con la curiosità intellettuale, ha espresso la sua posizione sul referendum a proposito del taglio dei parlamentari. «Mi sembra evidente che ciò a cui si tende è il rafforzamento della tendenza antiparlamentare ampiamente sostenuta non solo dai partiti cosiddetti “populisti”, ma da un pesante ritorno a sollecitazioni autoritarie. Esse si giovano dei troppi errori e delle troppe manchevolezze o colpe di una rappresentanza politica fattasi ceto separato», ha spiegato il politico napoletano, soprannominato “il partigiano Alessio”.
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Taglio parlamentari, il partigiano Tortorella: «Pericoloso, col sì tutto in mano a capi e padroni»
«L’attacco è al ruolo centrale del parlamento, cioè alla funzione costitutiva di ogni liberal democrazia e ancor più nella definizione datane nella Costituzione italiana. La drastica riduzione del numero dei parlamentari non è un dato numerico e meno che mai un dato finanziario, poiché il risparmio è ridicolo. E per risparmiare quel poco in Parlamento, ci sarebbero ben altre strade, a partire da retribuzioni divenute eccessive. Si tratta di una riduzione della rappresentatività, del tutto assurda per le regioni minori nel caso del senato. Ma comunque tale da allontanare sempre di più l’eletto dagli elettori e da favorire la designazione dei candidati da parte dei gruppi dirigenti di ciascuna parte politica. Per difendere il taglio si citano vecchie proposte della sinistra», ha spiegato Tortorella.
Più nel dettaglio: «Si tratta di paragoni improponibili che rovesciano il vero. Il problema di allora, quale che sia il giudizio su quelle proposte, era quello di dare più potere al parlamento e cioè alla rappresentanza popolare. Ciò a cui si mira oggi, come è evidente anche nella proposta del vincolo di mandato, è uno smisurato rafforzamento del potere esecutivo e dei gruppi di comando interni ed esterni alla politica. Torna lo scontro tra la fatica della decisione democratica e l’apparente funzionalità e simultaneità della decisione degli autocrati. Acconsentire a questa ultima tendenza è estremamente pericoloso», ha ribadito con forza l’ex direttore de ‘L’Unità’.
«Il “nuovo” è difficile da definire e da creare e il vecchio ha la forza del già noto, dei pregiudizi, delle paure»
«Ancora una volta la difesa della Costituzione e della rappresentanza da essa prevista è necessaria. Proprio per impedire avventure, soprattutto in questi tempi di gravi turbolenze internazionali e di guerre diffuse», ha affermato Tortorella a ‘Il Riformista’.
E ancora: «L’autoritarismo mescolato con lo sciovinismo e l’attacco ai diritti civili e sociali forma una pozione letale. Siamo di fronte, mi pare, alla manifestazione tipica dei passaggi d’epoca in Italia come in tutto il mondo. La crisi economica del 2008, i rischi ambientali invano negati, la pandemia imprevista ma non imprevedibile conseguenza di uno sviluppo scriteriato, l’acuirsi delle distanze tra ricchissimi e poverissimi nel mondo e in ciascuna sua parte rendono chiaro che un nuovo ordine sarebbe necessario. Ma il “nuovo” è difficile da definire e da creare e il vecchio ha la forza del già noto, dei pregiudizi, delle paure», ha dichiarato il 94enne partigiano. Leggi anche —> Riapertura scuole, quali sono le Regioni in cui forse la campanella non suonerà il 14 settembre