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La Bce alza i tassi, l’euro costerà di più: cosa vuol dire per l’Italia

27/05/2022 13:13 - Aggiornamento 27/05/2022 13:18

L’euro costerà di più, la Bce alza i tassi: cosa vuol dire e che ricaduta avrà sull’economia italiana? La crisi del debito sovrano europeo è un ricordo vivo nella mente di molti, che temono nuove tasse in arrivo. La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi con le tutte loro dolorose conseguenze – i rincari, l’inflazione e i licenziamenti – hanno già iniziato a vessare le famiglie e le imprese, che ora temono il peggio. Saranno senza dubbio importanti le scelte da prendere nei prossimi giorni. Se mal ponderate esse potrebbero portare, infatti, ad un periodo di stagflazione. Vale a dire di recessione economica. Su «Today» l’intervista a Mauro Antonelli, responsabile Ufficio Studi dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), che a Cristina D’Amicis ha spiegato cosa potrebbe accadere nel nostro Paese.

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La Bce alza i tassi, l’euro costerà di più: cosa vuol dire per l’Italia, le conseguenze per la nostra economia

A proposito del rialzo dei tassi della Bce, Mauro Antonelli ha detto: “Ci sono effetti sui consumatori, sulle imprese e sul Paese. Sui consumatori ci sarà un aumento sui mutui a tasso fisso – si sta già verificando – e su quelli a tasso variabile, in un momento in cui le famiglie fanno già difficoltà a pagare le bollette di luce e gas. Per quanto riguarda le imprese ci sarà una riduzione degli investimenti con un effetto negativo sul Prodotto interno lordo (Pil). Poi ci sarà un altro aspetto legato a quello del Paese perché aumenteranno i tassi anche sul debito pubblico, con gli interessi che come sappiamo sono pagati dagli italiani con le loro tasse. Per far quadrare i conti lo Stato sarà costretto a ridurre i trasferimenti alle famiglie, come il bonus 200 euro sulle bollette di luce e gas. Se la cosa dovesse proseguire potrebbe aumentare le tasse. Per il momento non sono previsti aumenti delle tasse nell’immediato, ma questa resta una possibile eventualità”, ha rimarcato l’esperto.

“In sostanza il cambio di politica monetaria della Bce, invitabile a fronte di un’inflazione di questa natura e di questa portata, purtroppo non risolve le cause dell’inflazione che sono di natura fiscale diciamo, sono legate principalmente agli aumenti di luce, gas e carburanti che andrebbero affrontati sul piano della politica fiscale non della politica monetaria. Un intervento della Bce è inevitabile perché o si risolve e si affronta il problema dell’inflazione in modo più serio e coordinato a livello europeo e mondiale o è chiaro che la politica monetaria non può che trarre questa conclusione, con contraccolpi negativi sul costo dei prestiti, dei mutui e sull’onere del debito pubblico. D’altronde anche l’inflazione è una tassa che pagano gli italiani”, ha aggiunto il responsabile dell’Unc.

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Più tasse forse e meno bonus: l’intervista al responsabile dell’Unc

“La verità è che questi aumenti dipendono da delle dinamiche del tutto fuori controllo, come il blocco dell’import di petrolio e di gas dalla Russia. Ci sono troppe variabili in questo momento in campo. Non si è fatto abbastanza, anzi quasi nulla a livello mondiale, basti pensare che sui carburanti non sarebbe difficile ottenere con buone pressioni politiche un aumento della produzione da parte dei paesi Opec+. L’unico a livello mondiale che ha protestato è stato Biden, non ho sentito una voce né da parte di Gentiloni, né da parte di Draghi, né da parte del nostro ministro degli esteri quando andava a visitare questi paesi. Non è stato fatto nulla sul fronte delle aste di CO2, che sono diventate ormai un mercato finanziario, nulla a livello internazionale per evitare di speculare sul costo delle materie prime, nulla attualmente per consentire ad Acquirente Unico di acquistare il gas non solo sul mercato spot ma a seconda della convenienza del momento. Quello che è stato fatto è che si è messo qualche miliardo, del tutto insufficiente visto che le bollette della luce e del gas sono esattamente il doppio rispetto allo scorso anno, quindi non si è fatto un grande passo avanti. Se non rimuovi le cause, non si va molto in là, ivi compresa la speculazione. Il ddl concorrenza poteva essere un’occasione per affrontare il caro vita e invece contiene il nulla cosmico, è un vuoto pneumatico rispetto alle famiglie”, ha dichiarato nell’intervista Antonelli.

tasse e meno bonus

Scenario tutt’altro che confortante

Uno scenario tutt’altro che confortante: “Se la situazione dovesse sfuggire di mano, il governo potrebbe trovarsi costretto a ridurre i trasferimenti alle famiglie (meno bonus per tutti)  arrivando per giunta ad aumentare le tasse. Per il momento rassicurazioni in tal senso arrivano sia dal premier Draghi che dal commissario Ue agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, con quest’ultimo che ha dichiarato: ‘La Commissione non ha nessuna intenzione di massacrare nessuno di tasse'”, le conclusioni. Leggi anche l’articolo —> Sondaggi politici, sorpasso di Giorgia Meloni: Draghi avanti a Conte nella classifica di fiducia