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Decarbonizzazione, rinnovabili, e una nuova idea di città: la visione di Cingolani per la Transizione Ecologica

27/02/2021 16:18 - Aggiornamento 27/02/2021 16:22

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha detto di condividere le richieste delle giovani generazioni per “affrontare la minaccia esistenziale del cambiamento climatico”. Il tema della transizione ecologica sembra finalmente aver trovato l’attenzione che merita sotto il governo Draghi. Al dicastero di Cingolani saranno infatti affidati circa 70 miliardi, circa un terzo del Recovery Fund. Sarà in pratica l’uomo decisivo per l’utilizzo delle risorse green previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Qual è la visione del futuro del neo-ministro?

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Roberto Cingolani chi è

Roberto Cingolani alla Transizione Ecologica

“Con determinazione farò del mio meglio per guidare la transizione dell’Italia verso un futuro a emissioni zero”, ha affermato durante il webinar #Youth4ClimateLiveSeries. “È una sfida imponente – ha riconosciuto Cingolani – e tutto il Governo è impegnato a lavorare per portarla a termine. Abbiamo davanti a noi poco tempo per vincerla, ce lo dicono i dati scientifici sui cambiamenti climatici”.  La sua visione della transizione ecologica, il fisico Roberto Cingolani l’aveva spiegata nella rubrica Green&Blue, su Repubblica.it.

Energia rinnovabile

“È necessario procedere con decisione sulla strada della decarbonizzazione, riducendo drasticamente l’emissione di gas serra nell’atmosfera” ha sottolineato il neo ministro, segnalando l’urgenza di “cominciare una transizione verso fonti rinnovabili”. Tuttavia, Cingolani mette in guardia anche dall’utilizzo indiscriminato delle rinnovabili. “Le rinnovabili sono le energie meno impattanti ma bisogna fare investimenti e non risolvono tutti i problemi, soprattutto non sono utilizzabili in maniera continua come vogliamo e dove vogliamo”. Così aveva spiegato il fisico sulla pubblicazione World Energy edita da Eni.

Su World Energy, Cingolani aveva anche affrontato il tema del gas. “In questo momento il gas è uno dei mali minori: nel medio e lungo termine la risorsa più sostenibile. Ma crea problemi per le infrastrutture e anche le tecnologie di trivellazione sono oggetto di molte discussioni. Se vogliamo continuare a crescere in un certo modo dobbiamo trovare soluzioni tecnologiche, ma anche sociali che ci consentano di avere più forme di energia integrate”.

Decarbonizzazione

La decarbonizzazione è una via da percorrere “per mitigare i danni del riscaldamento globale”, afferma Cingolani. “Per fare ciò sono necessari la volontà politica e dei meccanismi di cooperazione per garantire che tutti i Paesi svolgano il proprio ruolo”. Se siamo in ritardo con i cambiamenti richiesti dall’Accordo di Parigi è proprio perché entrambi questi elementi mancano.

“Se si cominciassero a ridurre già da quest’anno – spiega Cingolani – le emissioni globali di CO2, la comunità internazionale avrebbe tempo sino al 2040 per raggiungere la carbon neutrality” e non sforare il budget. Al contrario “se dovessimo attendere fino al 2025 per dare inizio alla riduzione”, potremmo poi “essere costretti a sospendere la maggior parte delle attività produttive per azzerare le emissioni entro il 2035”. Non solo: anche rispettando l’accordo di Parigi, avvisa Cingolani, “la concentrazione di CO2 nell’atmosfera impiegherà del tempo per stabilizzarsi e le temperature continueranno a salire per decenni, con tutti gli effetti negativi che questo comporta. Siamo già in ritardo”.

Roberto Cingolani transizione ecologica

Auto elettriche

Se una decarbonizzazione è auspicabile, Cingolani spiega nella rubrica Green&Blue che le auto elettriche non sono la soluzione. “Il litio e il cobalto, materiali necessari per la produzione delle batterie, sono difficili da trovare e da smaltire – dice –. Se anche volessimo sostituire l’intero parco veicoli globale immediatamente, le riserve di questi due metalli oggi non basterebbero a soddisfare la domanda, così come non basterebbe l’intera produzione elettrica oggi disponibile per garantire le ricariche”.

Cingolani: una nuova idea di città

E’ fondamentale, spiega il fisico, ripensare al futuro delle nostre città. Qui, con l’urbanizzazione, “crescono la congestione e l’inquinamento dovuti allo smog e alla produzione di rifiuti”. L’urbanizzazione, secondo il ministro, rappresenta un’opportunità. “Le città attraggono talenti e investimenti, la concentrazione di persone favorisce una più rapida diffusione della conoscenza e un più alto tasso di innovazione e stimola lo sviluppo di infrastrutture intelligenti e digitali”.

L’urbanizzazione può dunque “fungere da stimolo per ricchezza e conoscenza, attraverso un modello di sviluppo che, nel lungo periodo, garantisce un minore impatto sul pianeta. Ma se questo processo viene gestito troppo rapidamente e in modo non regolamentato, può diventare un catalizzatore per il degrado ambientale e sociale”. Nella visione di Roberto Cingolani, quindi, le città diventano “laboratori strategici per la crescita sostenibile, combinando transizione energetica e azioni climatiche verso uno scenario a emissioni zero”.  “Maggiore efficienza attraverso il retrofitting e progetti di energia rinnovabile con batterie di piccola scala, mobilità sostenibile a livello pubblico e privato, tecnologie energetiche digitali”. Ecco esempi concreti per la città del futuro secondo il ministro del MiTE. >> Tutte le news 

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