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Vacanze 2020 Romagna, gli stabilimenti rispondono al Covid dimezzando le disponibilità

03/06/2020 18:24 - Aggiornamento 03/06/2020 19:35

Vacanze 2020 Romagna. In Emilia Romagna una giornata al mare non significa solamente sabbia, sole e tuffi. I romagnoli “vivono vendendo l’ombra” e, anche quest’anno, nonostante i protocolli, le norme e le distanze dilatate riusciranno ad affrontare l’ennesima stagione turistica. Servirà qualche accorgimento in più, ma quello che è stato richiesto ai gestori degli stabilimento balneari non è così distante da quanto erano già abituati a fare. E la dimostrazione è stata il ponte appena concluso: le spiagge si sono letteralmente ricoperte di turisti, tutti muniti di mascherine.

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Vacanze 2020 Romagna, Battistoni: “Dobbiamo rinnovarci per resistere”

Gel disinfettati sempre a disposizione dei clienti, igienizzazione di sdrai, ombrelloni, sedie, tavoli, spazi comuni. L’Emilia Romagna ha dato il via a una stagione estiva piena di incertezze e regole poco chiare, ma con tanta voglia di rincominciare e di regalare una parvenza di normalità ai propri turisti. La risposta c’è stata: il ponte del 2 giugno ha dimostrato che gli italiani, dopo due mesi di lockdown e uno stress psicologico enorme causato dall’emergenza sanitaria, avevano voglia di relax. Quel relax tipico delle spiagge romagnole. Le difficoltà nella preparazione degli stabilimenti sono state tante: aumentare le distanze tra gli ombrelloni e i lettini, predisporre i tavoli a 1 metro l’uno dall’altro, chiedere ai clienti di indossare la mascherina in ogni spazio comune.

Tutto questo non è stato sufficiente per fermare la maggior parte dei cosiddetti “bagnini”. Anche se questo significa dover rinunciare a qualcosa. “Su queste coste è nato il turismo balneare di massa. Adesso tocca a noi rinnovarlo dopo la pandemia per dare al turista più spazio e tranquillità”. Lo ha raccontato a Il Fatto Quotidiano Simone Battistoni, gestore di uno stabilimento a Cesenatico nonché presidente della Cooperativa dei bagnini locali. “Il nostro settore vale il 13% del Pil della Regione”, ha sottolineato mentre igienizzava tutta l’attrezzatura al termine della giornata. Alcune abitudini sono state cambiate: “Abbiamo aperto il ping pong. Non possiamo però dare le racchette così come materassini e palette e secchiello”, ha spiegato Daniela, la proprietaria di uno stabilimento di Riccione.

I protocolli da rispettare negli stabilimenti balneari romagnoli

In alcuni casi le distanze richieste hanno dimezzato il numero dei posti ombra disponibili. Ma tutti i gestori si sono adattati al meglio. Perché l’importante è riuscire a lavorare e rispettare i protocolli intanto che si attende l’arrivo dei turisti dalle altre Regioni e, prima o poi, anche degli stranieri. Le prenotazioni comunque non mancano, così come la voglia di tornare alla normalità. A maggior ragione per chi è stato costretto a rimanere chiuso in un appartamento in città, e ora può godersi un po’ di aria, di sole e di mare. Al contempo, le autorità si sono attivate per verificare che tutte le norme vengano applicate.

Nella zona di Cervia, per esempio, i vigili hanno passato al tappeto tutti gli stabilimenti balneari muniti di metro per misurare le aree degli ombrelloni e quelle dei tavoli nella zona ristorante. Dove sono stati trovati anche pochi centimetri in meno, è stato previsto lo smantellamento di tutti gli ombrelloni.

Nel centro di Milano Marittima, località conosciuta per la sua movida, vengono applicati gli ingressi contingentati. Vigili e volontari infatti controllano che tutti indossino le mascherine e che non si creino assembramenti lungo le vie dei locali. “Quest’anno dobbiamo resistere e dare un servizio ai clienti per non perderli. C’eravamo novant’anni fa e ci saremo anche l’anno prossimo”, ha aggiunto Battistoni. >>Tutte le notizie di UrbanPost